Il calendario 2025 di Mimmo Aloise realizzato sul filo della memoria e supportato da una consistente ed interessante documentazione fotografica, ha ricostruito 60anni della vita comunitaria di Lauropoli attraverso le testimonianze fotografiche dal 1927 al 1987 recuperate nella propria fototeca.
In copertina, campeggia a tutta pagina la foto della Duchessa Laura Serra Cassano (Cassano 1723, Napoli 1790) fondatrice di Lauropoli. Seguono le foto che testimoniano la vita scolastica locale, attraverso alunni e docenti della Scuola elementare, della vita quotidiana, i cortei di matrimonio quando i futuri sposi si recavano dalla chiesa per la celebrazione delle nozze.
Altra testimonianza è data da ragazzini che posano per la prima comunione con l’allora parroco di don Peppino Rimoli (1930).
Si può osservare e rammentare -come era una volta- uno scorcio del corso Laura Serra (1954) sul quale passeggiano quattro signori non identificati con cappotto e/o impermeabile. Il corso non era ancora asfaltato e i marciapiedi erano composti con acciottolato. Una testimonianza della comunità prettamente agricola è stata affidata a “quattro galline” che razzolavano liberamente sul selciato.
Non mancano le testimonianze di vita religiosa, come la processione del Corpus Domini del 1956, mentre attraversava via Napoli e dintorni, dove campeggiava l’unico fabbricato costituito da piano terra, primo piano e soffitto, (o ‘mansarda’ con terminologia contemporanea) non ancora completato, frutto dei risparmi di uno dei tanti emigrati negli Stati Uniti d’America: Gioacchino Aloise.
L’immobile era identificato dai compaesani come una delle tante costruzioni dell’epoca realizzata con i risparmi dei “miricani”, emigrati nel dopoguerra negli USA. Questa abitazione -come tutte le altre realizzate nello stesso periodo- sono state costruite dall’ impresa edile di Cassano, del capomastro M° “Cesarino” La Padula, papà del sacerdote don Silvio La Padula.
Altra testimonianza fotografica è il corteo di un matrimonio (1961) fra Maria Graniti e Antonio Adduci: esso costituisce un momento lieto della coppia di sposi che avevano appena consacrato la propria unione, mentre il corteo di familiari, compari, amici che usciva dalla chiesa della Purificazione, in via Zara.
Era una partecipazione corale del vicinato, delle persone che non erano state invitate “ufficialmente” ma che risiedevano nel vicinato di uno degli sposi e che rendevano ‘onore’ ed ‘omaggio’ alla novella coppia.
La foto di gruppo -risalente al 1937- riprendeva “quattro amici” che posavano a favore della rara “macchina fotografica” per essere ripresi. Da sinistra Antonio Aloise Medico, don Giovanni Martire parroco, Giuseppe Troccoli poeta e saggista, Vincenzo Aloise insegnante.
Quattro personalità di Lauropoli, quattro intellettuali del paesino che rappresentavano la ‘sanità’, la testimonianza della religiosità, un Troccoli 36enne che incarnava la cultura letteraria e infine Vincenzo Aloise la “pubblica istruzione”.
Un’altra testimonianza significativa della vita sociale lauropoletana era la uccisione del maiale (1987), e la sua macellazione parcellizzata. Questo era un rito importante delle varie attività familiari e serviva da riserva alimentare per la sussistenza dei membri del nucleo familiare, distribuita nell’arco dell’anno con le varie specialità che ricavano dal maiale (soppressate, salsiccia, sugna, gelatina, braciuole ricavate da fettine di carne magra e braciuole arrotolate con la cotica). Quindi non solo una attività di famiglia ma anche di rilevanza gastronomica, sociale, di mutuo soccorso fra le famiglie del vicinato e non solo, ma allargata alla compartecipazione delle famiglie dei genitori, dei nonni, dei figli e figlie sposate, dei compari e dei curiosi.
È appena il caso di evidenziare che l’uccisione e la lavorazione del carne suina costituiva, fino a qualche decennio fa, un appuntamento importante nell’arco dell’anno, perché oltre a un rito laico della frequentazione fra famiglie di un determinato vicinato, ma anche l’invito esteso ad altre donne anziane che si intendevano di maiali e dello “spessore del lardo”.
Il calendario allestito di Mimmo Aloise costituisce uno squarcio importante sulla comunità lauropoletana nelle sue varie sfaccettature di vita quotidiana.
La macellazione del maiale costituiva -per ogni singola famiglia- un gravoso impegno per la lavorazione delle varie parti del maiale macellato e parcellizzato. Alcune parti venivano utilizzate per le salsicce, altre per le soppressate, per il prosciutto, per la gelatina, e altre parti -soprattutto di grasso- che venivano utilizzate per ricavarne lo strutto dopo alcune ore di bollitura a fuoco lento.
L’uccisione del maiale, inoltre, era un appuntamento annuale che coinvolgeva non solo le donne di famiglia, anche le donne del vicinato particolarmente competenti nella lavorazione e salagione a mano della carne.
Il giorno dell’uccisione del maiale, dopo averlo sezionato in due mezzene, si procedeva all’assaggio del fegato, dei polmoni e di altri parti carnose, per gli addetti ai lavori, cioè coloro che aveva partecipato a varo titolo alla macellazione. Il tutto per festeggiare l’evento e per dare il “buon augurio” alla famiglia proprietaria del suino.
E non finisce qui. Il rito della lavorazione delle salsicce, soppressate, strutto, e per ogni giornata di lavorazione particolare, era una festa per tutti in quanto seguiva un beneaugurante pranzo per i lavoranti a base di carne, pasta al sugo e polpette.
Concludendo il calendario 2025 di Mimmo Aloise -fotografo e pittore- non costituisce soltanto e semplicemente un calendario, ma anche uno squarcio di vita vissuta dalla comunità di Lauropoli in un periodo di oltre mezzo secolo.