«Quali urgenti interventi si intendono adottare per scongiurare nell’immediatezza la chiusura del Sistema bibliotecario vibonese?». È questo il quesito contenuto nell’interrogazione a risposta immediata che i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti, del Partito democratico, e Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, rivolgono all’indirizzo della Giunta regionale all’indomani dell’iniziativa con la quale volontarie e dipendenti del Sistema bibliotecario vibonese hanno acceso i riflettori sulla grave condizione dell’Ente culturale che ha ormai, di fatto, chiuso i battenti.
Nella premessa dell’interrogazione, i consiglieri regionali ricordano che «da diversi anni, il Sistema bibliotecario vibonese versa in una crisi finanziaria strutturale, avendo una situazione debitoria al 31 dicembre 2023 di 686.206,11 euro, a fronte di crediti per 148.604,20 euro». Mammoliti e Lo Schiavo ricordano, inoltre, la precedente iniziativa che li ha visti promotori di una mozione che il Consiglio regionale, nella seduta del 12 marzo 2024, «ha discusso e approvato all’unanimità» e che impegnava la Giunta regionale «a individuare la soluzione giuridico-amministrativa maggiormente idonea a rifondare il Sistema bibliotecario vibonese, predisponendo gli atti necessari per la sua trasformazione nella veste giuridica più confacente al rilancio dell’Ente. Nonostante il lasso di tempo trascorso dall’approvazione della richiamata mozione – sottolineano ancora i due esponenti dell’opposizione -, il Sistema bibliotecario vibonese si avvia verso la chiusura definitiva in quanto, nonostante l’impegno e lo spirito di abnegazione dell’unico dipendente e di alcuni volontari, non ha più risorse per far fronte alle spese di gestione al punto tale che è intervenuto il distacco delle utenze per morosità».
Per Mammoliti e Lo Schiavo è tempo, dunque, che «la Giunta regionale si scuota una volta per tutte dall’inerzia di questi mesi, prenda posizione e si attivi, così come previsto dalla mozione sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, per trovare una soluzione che scongiuri la scomparsa di uno dei principali presidi culturali della nostra regione. La sua definitiva chiusura – concludono – rappresenterebbe una sconfitta per tutta la collettività calabrese e una ferita al suo tessuto socio-culturale difficilmente rimarginabile».