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Biglietteria chiusa alla stazione di Vibo-Pizzo, il consigliere regionale Lo Schiavo: “Pessimo biglietto da visita per il territorio”

«La stazione di Vibo Valentia-Pizzo, la più importante dell’intera provincia e quella maggiormente strategica sul piano dei collegamenti di lunga percorrenza per una vasta area di territorio, non può permettersi la chiusura della biglietteria e di subire, come se nulla fosse, la sottrazione di tale importante servizio, utile non solo all’utenza ma anche a qualificare la stessa struttura che resta il principale scalo ferroviario della zona».

È quanto riferisce in un comunicato stampa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, in relazione alla chiusura della biglietteria della stazione ferroviaria di Vibo Valentia-Pizzo.

«Nonostante la struttura sia stata oggetto di un’importante opera di riqualificazione e sia quotidianamente frequentata da centinaia di passeggeri – prosegue Lo Schiavo -, la biglietteria, riaperta da pochi anni, viene nuovamente chiusa senza che si conoscano al momento i tempi di una sua eventualmente riattivazione. In previsione dell’avvio della stagione estiva, quando la stazione di Vibo-Pizzo rappresenterà il principale snodo degli importanti flussi turistici che interessano la provincia, sarebbe opportuno sapere se il servizio riprenderà, evitando così disagi all’utenza e soprattutto di consegnare un pessimo biglietto da visita del territorio agli occhi di quanti arriveranno in Calabria e nel Vibonese per trascorrere le loro vacanze. Mi appello dunque al presidente della Regione Roberto Occhiuto, affinché possa fare chiarezza su tale disservizio e intervenire in tempi brevi, per quanto di sua competenza, per porvi rimedio. Si investono ingenti risorse in termini di marketing territoriale e di promozione turistica della nostra regione ma a mio avviso non si riserva, purtroppo, la medesima attenzione alla qualità dei servizi che la Calabria offre realmente ai turisti in arrivo. Sarebbe allora più opportuno intervenire sui servizi basilari prima di creare aspettative troppo alte e vendere un’immagine paradisiaca che spesso rischia di essere disattesa dalla realtà dei fatti».

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