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Come rilanciare l’economia italiana nel 2023

Il 2023 vogliamo ottimisticamente sperare che sia l’anno della ripresa. Vediamo quali sono i settori su cui contare per il rilancio dell’economia italiana.

Riciclo

L’industria del riciclo in Italia si conferma all’avanguardia nel panorama internazionale. Alcune filiere del riciclo, come ad esempio gli imballaggi, hanno già raggiunto gli obiettivi fissati dalla normativa al 2025. Il sistema del riciclo dei rifiuti, fondamentale per la riduzione dei consumi di energia ed emissioni di gas serra, rappresenta un pilastro dell’economia circolare.

Nello specifico, nel riciclo della plastica siamo tra i Paesi europei più virtuosi, e anche i numeri del riciclo di vetro, legno e alluminio sono incoraggianti. Le raccolte differenziate sembrano funzionare a dovere. Insomma, quello del riciclo nel nostro Paese è un vero e proprio business di importanza vitale in ottica di circular economy, e potrà senz’altro dare un contributo decisivo alla ripresa.

Gaming online

Un altro settore fiorente che potrebbe contribuire al rilancio dell’economia italiana è l’industria del gioco, che ha registrato un’inarrestabile crescita negli ultimi anni, senza subire alcun tipo di contraccolpo negativo neanche nei periodi più difficili dell’economia mondiale, anzi, sembra paradossalmente averne tratto beneficio. L’industria del gioco in Italia è in crescita, e nell’ultimo quinquennio la spesa degli italiani nel settore del gioco d’azzardo virtuale su piattaforme come Starcasinò ha visto un aumento notevole.

Sharing mobility

Il grande settore della sostenibilità è in crescita nel nostro Paese. Accanto alle energie rinnovabili, tra cui in primis il solare, l’eolico e l’idroelettrico, negli ultimi tempi, il settore dello sharing di veicoli ha registrato una crescita costante, che non accenna a rallentare. Si tratta di un fenomeno che sta rivoluzionando la mobilità in tutto il mondo, consentendo ai cittadini di spostarsi nelle aree urbane utilizzando comodi servizi in condivisione.

Nelle città italiane si vedono sempre più monopattini, e-bike e veicoli elettrici in sharing, ed è auspicabile che questo innovativo settore, oltre ad avere un impatto complessivo indubbiamente positivo sulla qualità della vita e sulla riduzione dell’inquinamento e della congestione del traffico, possa dare un contributo decisivo al rilancio dell’economia nazionale.

Food delivery

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un vero e proprio boom del settore del food delivery in Italia, che continua a tenere e a crescere. La crescita del food delivery nel nostro Paese è stata esponenziale, e ha toccato ben 1,5 miliardi, una cifra record che, secondo Coldiretti, riflette la tendenza di ordinare alimenti a domicilio iniziata un paio di anni fa, e a cui gli italiani non vogliono più rinunciare. Oltre al cibo da asporto per pranzo e cena, cresce anche l’acquisto di vino online.

Con la digitalizzazione e accordi strategici con la grande distribuzione, il settore del food delivery in Italia è sicuramente destinato a evolversi e crescere ulteriormente, dando una spinta decisiva al rilancio dell’economia nazionale.

Servizi per la prima infanzia

In Italia, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, si fanno sempre meno figli. Il nostro è tra i Paesi con il tasso di natalità più basso in Europa, e con il tasso di fecondità, ossia il numero medio di figli per donna, tra i più bassi nel mondo.

Si fanno pochi figli e sempre più tardi. L’età del concepimento sembra spostarsi sempre più avanti. L’età media del primo parto si attesta sui 33-35 anni. Si pensi che, per esempio, in Romania le neomamme over 35 sono il 10%, mentre in Italia ben il 34%. Rispetto ad anche solo una generazione fa è quintuplicato il numero delle italiane che decidono di avere il primo figlio alla soglia dei 40 anni.

Quello che sembra essere cambiato radicalmente è il concetto di genitorialità. Al giorno d’oggi non si fanno figli perché è naturale o semplicemente perché arrivano. I figli si programmano in base alla situazione lavorativa e finanziaria e in base a quello che ci si può permettere. Fare figli vuol dire cercare di dare loro il meglio. Magari si fa un figlio, ma ci si ferma categoricamente a uno perché averne due renderebbe ingestibile la situazione. C’è il rischio concreto che avendo un secondo figlio manchino le risorse finanziarie per riuscire materialmente a far fronte a tutte le spese.

Ma sembra che la società si stia iniziando ad adattare alle madri lavoratrici, offrendo servizi per la prima infanzia sempre più specializzati e di qualità. Centri estivi, asili nido, daycare, scuole d’infanzia, ludoteche e centri ricreativi si avvalgono della collaborazione di educatori sempre più qualificati, esperti e preparati. L’elevata qualità dei servizi offerti si traduce spesso in costi non indifferenti, e anche in questo senso le scelte politiche sembrano iniziare a dare una mano alle famiglie, con bonus e aiuti di vario genere. Il settore dei servizi per l’infanzia è, infatti, in crescita, e può contribuire alla ripresa in Italia.

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