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La storia delle carte piacentine

L’italia è un paese estremamente vasto, e sotto tantissimi punti di vista: tradizioni, dialetti, culture e tantissime altre abitudini differenziano le varie regioni che la compongono. Tra queste non poteva certamente mancare il gioco e, nello specifico, quello delle carte. Stiamo parlando delle carte da gioco tradizionali, che nel nostro paese possono contare addirittura 16 varianti più o meno differenti, sebbene la loro costituzione di base rimanga sempre la stessa.

I mazzi da gioco italiani sono solitamente composti da un totale di 40 carte, le quali sono suddivise in 4 semi diversi semi, con 10 carte a formare ognuno di essi. La principale differenza che corre tra le diverse varianti è la loro realizzazione artistica e stilistica. In ogni seme troviamo l’asso, carta che indica anche il numero 1. Vi sono poi le carte con le numerazioni 2, 3, 4, 5, 6, 7, e poi le tre figure, fante (anche detta come donna), il cavallo e il re, che numericamente hanno rispettivamente il valore di 8, 9 e 10. In Italia sono predominanti le carte con i semi cosiddetti italiani o spagnoli, ovvero coppe, spade, denari detti anche oro e bastoni (o mazze).

Carte da gioco italiane, la variante piacentina

Le carte da gioco piacentine sono stilisticamente ispirate allo stile spagnolo. Queste ultime si trovano prevalentemente nelle regioni dell’Emilia, della Toscana, della Lombardia, nel Lazio, Umbria e Marche e le prime note stilistiche che si può evidenziare in questo stile, è quello che sia i numeri che le figure si trovano dentro una bordatura e che le figure sono hanno una divisione orizzontale che le rende a due teste, ovvero come riflesse in uno specchio. Questo stile delle figure nelle carte piacentine è entrato in vigore a partire dagli anni cinquanta, mentre prima erano rappresentate per intero.

 

Un’altra caratteristica che accomuna le carte da gioco piacentine a quelle spagnole è la rappresentazione delle “figure”. Nei mazzi del nord Italia, il fante e il cavallo sono disegnati in piedi, mentre il re nella quasi totalità dei casi è raffigurato seduto su un trono, mentre nelle carte piacentine invece, anche il re è raffigurato in piedi. Altre similitudini tra i due mazzi sono la raffigurazione dell’asso di denari, rappresentato da una grossa aquila con in testa una corona e un bollo d’imposta in pancia, che in questo mazzo viene anche comunemente chiamato la polla, il pitocco o la pita, e il cinque di spade che, contrariamente al suo seme, presenta anche una contaminazione in stile vegetale.

I giochi di carte più diffusi in italia

Dal nord al sud del nostro paese si praticano un numero elevatissimo di giochi di carte, sebbene sia sempre più difficile vedere persone giocarci davanti ai bar come accadeva in passato. Rimangono però un passatempo ludico molto apprezzato e con varianti per tutti i gusti. Sicuramente tra i giochi di carte più famosi possiamo inserire quello della Scopa, un gioco tanto semplice quanto coinvolgente nel quale il nostro obiettivo sarà quello di catturare il maggior numero di carte messe in gioco sul tavolo, facendo coincidere il loro valore con quello delle carte della nostra mano.

 

Altri giochi di carte molto popolari tra gli italiani sono il burraco, il tresette e la briscola, quest’ultima è quella che, data la sua popolarità, ha ottenuto più adattamenti di regole e varianti a seconda della regione dove viene praticata. Questi sono solamente alcuni dei giochi di carte più popolari nel nostro paese, ma se aggiungiamo anche tutti gli altri, e magari anche quelli con i mazzi a semi francesi (cuori, quadri, fiori e picche), vediamo come la varietà e il divertimento con le carte non mancano di sicuro.

Conclusione

Non solo tanto divertimento, ma i giochi di carte racchiudono dentro essi tantissima storia e tradizione. Ad aggiungere fascino a tutto questo, ci pensano le tantissime varianti, quattordici, presenti sul nostro territorio, e anche le varianti dei giochi stessi.

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