Sono la Novara Scarl, con sede in provincia di Torino e la Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, con alcuni loro dipendenti, gli indagati nell’inchiesta coordinata dal pm della Dda milanese Silvia Bonardi che ha portato al sequestro preventivo per un importo fino a oltre 8 milioni di euro e al sequestro del cantiere di un nuovo tratto della tangenziale di Novara. Oltre alle due società, sono indagati a vario titolo tre top manager di Novara Scarl, un raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicata l’appalto, il titolare e tre dipendenti dell’immobiliare.
Nei due decreti emerge come l’amministratore e legale rappresentante dell’immobiliare, insieme a un suo dipendente, avrebbero conferito nel cantiere Anas (parte lesa) di Novara materiale edile con una marcatura Ce da ritenersi mendace procurandosi un “ingiusto profitto pari a 2.162.230 euro ovvero al totale delle vendite dei prodotti fomiti alla Novara Scarl con conseguente danno per la stazione appaltante Anas, in relazione al cantiere Anas concernente i lavori di completamento e ottimizzazione della Torino-Milano con la viabilità locale mediante l’interconnessione tra la Ss 32 Ticinese e la Sp 299 tangenziale di Novara. Lotto 0 e Lotto 1”.
Inoltre, emerge che lo stesso amministratore unico dell’Immobiliare avrebbe avuto rapporto professionali con Pietro Paolo Portolesi, già arrestato nel maggio 2022 e ritenuto vicino alla locale di ‘ndrangheta di Volpiano (Torino).