“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Debiti pregressi, debiti correnti e l’inammissibile inconsapevolezza

di Paolo Ficara – Lillo Foti ci ha “impiegato” quindici anni. Mimmo Praticò e Luca Gallo, tre anni ciascuno. A Marcello Cardona (nella foto presa dalla pagina dedicata dal CorSport alla Reggina, lo scorso 14 marzo) e Felice Bosman Saladini, rispettivamente da presidente e socio di maggioranza, sono bastati dieci mesi per prendere la prima penalizzazione alla guida della Reggina. Anche il più scarso degli avvocati, avrebbe suggerito di pagare gli emolumenti di novembre e dicembre a tutti i tesserati, nessuno escluso. Laddove non può esistere un presupposto civilistico che suggerisca di versare lo stipendio a Menez sì e a Santander no, a Gagliolo sì e a Giraudo no. E così via.

Dei tre punti di handicap comminati alla Reggina, anche in caso di successo con i preannunciati ricorsi, quel punto per stipendi netti colpevolmente non versati, rimarrà. Qualcuno lo spieghi a chi ha affrontato la Figc con la presunzione di voler cambiare per sempre le regole del calcio.

Da più parti, negli ultimi giorni, percepiamo richieste di chiarezza verso l’operato dell’attuale compagine societaria. Da che mondo è mondo, chi si macchia di nefandezze – dalla più grave fino al peccato veniale – giammai sta lì a spiegare o a giustificare. Anzi, oltre a negare all’infinito, si riscontra spesso la tendenza ad autocelebrarsi come eroi. O il tentativo di passare da carnefici a vittime.

Le nefandezze non vanno altresì confuse con i reati. Non ci permetteremmo mai. Al massimo si potrebbe configurare un abuso della credulità popolare, ma non sta a noi giudicare. Anche perché, ribadendo quanto già scritto nei giorni scorsi, il sistema propagandistico si è fondato sul dico e non dico.

Ad esempio, è stato spesso sottolineato come la richiesta di ristrutturazione avanzata dalla Reggina al Tribunale fallimentare di Reggio, riguardi i debiti pregressi. Giustissimo. Scorrendo però il testo della motivazione con cui il Tfn ha letteralmente sbeffeggiato la condotta dirigenziale, un po’ come facevano i professori con noi adolescenti – chi scrive è un classe ’81 – quando si accorgevano della firma falsa sulla giustificazione a scuola, sorge il dubbio che nel concordato ci si voglia infilare anche la gestione corrente. Infatti emerge il seguente passaggio:

Con istanza n. 4 del 7 febbraio 2023, la società chiedeva al Tribunale […] autorizzare il futuro pagamento di debiti pregressi in quanto funzionali a garantire la continuità aziendale ed in quanto prescritti dall’art. 85 NOIF e, per quanto occorrer possa, dei debiti correnti di natura ordinaria maturati successivamente alla presentazione della domanda prenotativa.

Ora, come direbbe Lubrano – non l’avvocato – qualche domanda sorge spontanea.

1 – Siamo sicuri che il piano di ristrutturazione riguardi solo il pregresso, e non anche la gestione corrente? La certezza si avrà quando la Reggina si sarà degnata, cosa che non sarebbe ancora accaduta almeno fino a pochi giorni fa, di presentare una relazione dello stato passivo. Sono passati quasi quattro mesi interi, il tempo scade il prossimo 29 aprile. Per capirci: a bilancio ci sono 16 milioni di debiti accumulati in sette anni di gestione tra Praticò e Gallo, mentre per la sola stagione sportiva 2022/23 il cumulo rischierebbe di superare ampiamente – al triplo – quella media di poco più di 2 milioni di passivo all’anno.

2 – Siamo sicuri che la Figc accetterebbe una domanda di iscrizione nella quale, stante l’eventuale omologa del Tribunale fallimentare, potrebbe essere presente l’abbattimento del lordo legato alla stagione in corso? Tentiamo la strada dell’esempio spicciolo: facciamo finta che la Reggina, tra Irpef ed Inps delle mensilità già maturate – e non versate – e maturande, debba pagare 6. E che il Tribunale quei 6, con l’omologa, li faccia diventare 1,5. In virtù del principio della regolare competizione sportiva, come farebbe la Figc a concedere la medesima licenza nazionale a chi quei 6 li ha versati o rateizzati tutti, così come a chi li abbatterebbe in gran parte? Diventerebbe troppo facile fare calcio: acquisto la società, mi iscrivo, non pago, crisi, tribunale, abbattimento, grazie, ciao.

3 – Siamo sicuri che arriverà questa benedetta omologa del Tribunale fallimentare? Onde evitare ennesimi artati fraintendimenti: l’operato della magistratura reggina è esemplare, c’è stato il giusto livello di disponibilità e la totale applicazione delle leggi. Ma per mesi si è data per assodata – dalla piazza – un’omologa che al momento rientra nel campo delle probabilità. E adesso si fa anche fretta al Tribunale, essendoci la spada di Damocle del termine perentorio fissato al 20 giugno per l’iscrizione.

Poi c’è un dettaglio. Il Tfn si rivolge all’amministratore delegato come sig. Castaldi, ed al presidente come Dott. Cardona. Si è sempre sostenuto, ed il Dispaccio non è da meno, che l’attuale proprietà si sia circondata di ottimi professionisti. Non è tanto importante chiedersi se il buon Paolo Castaldi – di cui non conosciamo nemmeno il viso, figuriamoci il curriculum – abbia i titoli per svolgere il ruolo assegnatogli presso la Reggina 1914.

Ma non è ammissibile che lo stesso Castaldi risponda al Tfn di non sapere il motivo per cui non sono stati versati gli stipendi ai giocatori ceduti nel mercato invernale. Un amministratore delegato deve sovrintendere a tutti gli aspetti di una società, specie quelli gestionali ed amministrativi: se non lo sa lui – perdonateci il termine – chi cazzo dovrebbe saperlo? Come si può, da un ruolo apicale di un club di Serie B, sfoderare un simile livello di inconsapevolezza e/o ignavia dinanzi ad un organo federale?

Insistiamo: mancano quattro gare al termine della regular season, la squadra va sostenuta fino all’ultimo, solo una promozione in A potrebbe risolvere gli attuali evidenti problemi. In caso contrario, non riusciamo ad immaginare una situazione più complicata in vista dell’iscrizione. Anche per via dello scontro creatosi con la Figc: ricordiamoci che nel 2015, anche a titolo di mera illusione verbale, alla Reggina Calcio – già ad un passo dallo stato di insolvenza – era stata concessa una teorica finestra per tamponare i debiti federali oltre il tempo limite. Adesso c’è la netta sensazione che un capello fuori posto farebbe saltare il banco.

Chi dovrebbe vigilare su tale situazione? Una tifoseria vera vittima di tutto ciò, ed ammorbata nel 99% dei casi dall’aria – fritta – prodotta al Sant’Agata, nella quale si mischiano quei teppisti da tastiera manovrati ad uso e consumo del compare di turno? Una classe giornalistica che aveva parlato di cambio di vento circa il caso Reggina? Come se sul regolamento ci fosse scritto: in caso di scirocco, penalizzazione; tramontana, niente penalizzazione; maestrale, nemmeno il deferimento.

In teoria resterebbero le istituzioni, tuttavia sembrano impegnate in dichiarazioni di teorico sostegno. Alle 19:00 Reggina Talk con ospiti Luciano Moggi, ex dg della Juventus, e l’avvocato Umberto Ilardo, tra i massimi esperti di diritto amministrativo e già al servizio della Reggina Calcio. Diretta sulla pagina facebook del Dispaccio.

Leggi anche: Tfn, la durissima motivazione per il -3: “Se la Reggina stessa non ritiene essenziali i pagamenti, come pensava di ricevere autorizzazione dal Tribunale?”

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