Nei giorni scorsi, i finanzieri di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale I.C.O. Roma e del Comando Provinciale Cosenza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro – Sezione G.I.P. – G.U.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, con cui è stata disposta la custodia in carcere nei confronti di due persone, marito e moglie originari di Acquappesa e residenti a Cetraro, per usura ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.
I due si trovavano già in carcere a seguito di un provvedimento emesso del Tribunale di Paola, ad aprile di quest’anno, per usura ed estorsione commessi per oltre trent’anni nei confronti di un imprenditore di Cetraro.
L’ordinanza eseguita oggi ha preso in esame la stessa vicenda con particolare riguardo alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, anche per l’aggravante del metodo mafioso, elementi scaturiti a seguito delle ulteriori investigazioni condotte.
Le attività hanno interessato il comune di Cetraro, territorio particolarmente permeato da una delle ‘ndrine più potenti della Calabria, quella riconducibile a Franco Muto, alias ‘u luongu’ o ‘il re del pesce’ e caratterizzato da una recrudescenza di episodi violenti.
Inoltre, negli ultimi mesi si è assistito ad atti dimostrativi del controllo territoriale della locale criminalità organizzata, quali la distruzione e il furto di alcune telecamere di videosorveglianza comunale, l’incendio di automezzi di una società appaltatrice del servizio di raccolta rifiuti e l’esplosione di colpi di arma da fuoco contro alcune attività commerciali.