“Papa Francesco è stato un Pontefice che ha saputo interpretare i tempi moderni che imponevano alla Chiesa e alla società intera un forte cambiamento.
Con il suo stile diretto, semplice e paterno è riuscito ad entrare nelle nostre famiglie e nella nostra quotidianità.
Un Papa proveniente “dagli estremi confini del mondo”, come ebbe a dire quando si affacciò per la prima volta dal Loggione di Piazza S. Pietro il giorno della sua elezione.
Da sacerdote e da Arcivescovo di Buenos Aires era consapevole della realtà che si vive nelle periferie del mondo, dove risiedono gli ultimi che rischiano di essere dimenticati.
Papa Francesco aveva una “visione” per il suo Pontificato: innanzitutto quella di una Chiesa “ospedale da campo”, quindi aperta a tutti, lontana da pregiudizi; allo stesso tempo, consapevole delle diseguaglianze esistenti nella società, predicava fortemente contro la “cultura dello scarto”, conseguenza diretta della cultura consumistica occidentale concentrata esclusivamente sul profitto e sulla produttività. Una cultura, quella consumistica, che esclude quanti non sono in grado di produrre e consumare.
Continui i suoi richiami ai leader del mondo per perseguire la pace tra gli Stati in quella che lo stesso Pontefice ha definito “la terza guerra mondiale a pezzi”; appelli fino ad oggi inascoltati con una corsa al riarmo e ad un aumento della conflittualità.
Come cattolici sapremo custodire la grande eredità che ci lascia Papa Francesco, consapevoli che nulla sarà più come prima. Un’eredità che ci impone di perseguire come uomini di buona volontà la pace e la giustizia sociale per il riscatto degli ultimi e di quanti sono rimasti indietro”.
Lo afferma in una nota Sandro Principe.