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L’analisi di A.N.A.M.A. Confesercenti Cosenza sull’andamento dei tassi dei mutui

A.N.A.M.A. Confesercenti Cosenza, associazione nazionale degli agenti immobiliari e mediatori creditizi, come ogni anno ha analizzato i dati della regione Calabria forniti dell’Agenzia delle Entrate, attraverso l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’anno precedente. La Calabria nel 2023, ha fatto registrare 16.374 transazioni normalizzate, con un leggero calo del 0,6% rispetto all’anno precedente. Dato positivo considerando che in Italia si sono registrate quasi 710 mila transazioni normalizzate, con un calo del 10% rispetto al 2022. La provincia di Cosenza fa registrare il 44,9% dell’intero mercato Calabrese. Seguono le province di Catanzaro con il 20% e di Reggio Calabria con il 19,30%, mentre le province di Crotone e di Vibo Valentia fanno registrare quote mercato inferiori al 10%. Le quotazioni nei capoluoghi, sono state tutte leggermente al ribasso, ad eccezione delle città di Cosenza, in cui si è registrato un rialzo del +2,3% (980€/mq) e di Crotone, in cui si è registrato un rialzo del +1,0% (938€/mq). Per quanto riguarda le transazioni normalizzate nei capoluoghi l’unica variazione positiva è stata registrata per la città di Crotone con  +3,9%, mentre Cosenza ha fatto registrare -11,3% e Catanzaro  -17,4%. Variazioni al ribasso anche per le città di Reggio Calabria -5,3% e Vibo Valentia -1,8%. La tipologia più transata nelle province e nei capoluoghi, è stata il taglio medio, ovvero dai 100 mq ai 111 mq.
La flessione delle transazioni è stata fortemente influenzata dall’aumento dei tassi dei mutui che hanno condizionato l’accesso al credito di tante famiglie per l’acquisto della pima casa. Difatti nel 2023 l’erogato nazionale è stato di poco superiore 41 miliardi con una flessione del 25,4% rispetto al 2022; l’incremento dei tassi ha reso l’acquisto meno accessibile incentivando la domanda di locazioni con conseguente aumento dei canoni che si attestano ad un +2,9% a livello Nazionale.
L’aumento dei tassi non ha inciso invece sulle compravendite ad  uso investimento che registrano un aumento, probabilmente perché questo segmento di mercato è poco incline all’accesso al debito bancario per concludere la transazione, prediligendo risparmi e disponibilità proprie.
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