Nothing to say. Già, perché quanto accaduto lunedì 4 agosto, sul palco del RockOn Martirano Lombardo, potrebbe già esser di per sé abbastanza emblematico. Un’altra night to remember, per citare una vecchia conoscenza della nota rassegna classic rock oriented, Andy Timmons, stavolta incentrata sul power metal, filone che deve buona parte della sua affermazione anche ai due special guest di questa diciottesima edizione: Kiko Loureiro e Andy Martongelli, quest’ultimo tornato in Calabria a un anno di distanza dalla straripante performance al G3 Italy dello scorso anno. Dai prodigiosi esordi con gli Angra fino alla lunga partnership con gli alfieri del trash metal più tecnico, i Megadeth, il guitar hero brasiliano si è affermato come uno dei punti di riferimento del genere, grazie a uno stile estremamente raffinato, capace di fondere shred, elementi tipici della cultura carioca e un gran gusto per la melodia. Un background messo inevitabilmente in mostra nel suo set sul palco di Piazza Matteotti, tra brani tratti dalla sua carriera solista (la splendida “Reflective”, “Escaping”, “Mind Rise” e “No Gravity”), dalla sua esperienza nei Megadeth (“Dystopia”, vincitrice, tra l’altro, di un Grammy nel 2017) e un’incandescente cover di “Electric Eye” dei Judas Priest. Degne di nota, in particolare, le esecuzioni del suo repertorio in proprio, accompagnato dalla stessa sezione ritmica del G3 Italy: Davide Calabretta (batteria) e Giovanni Zaccaria (basso), abili nel seguire, senza la benché minima sbavatura, brani ultratecnici dalle soluzioni armoniche intricate, ma anche ricchi di groove e pathos. Decisamente in palla, poi, a proposito di G3, il frontman Vins Perri, confermatosi, forse mai come in questa circostanza, un autentico animale da palcoscenico in grado di incarnare pienamente il vero spirito heavy metal e trascinare un pubblico in visibilio a suon di headbanging. Una backing band straordinaria per un chiaro segnale di continuità con quanto messo in piedi dal sodalizio martiranese lo scorso anno, con la prima produzione originale targata RockOn. Una continuità suggellata proprio dal gran ritorno di Martongelli, tra i principali esponenti della scena power metal tricolore con i suoi Arthemis e fedele collaboratore del co-fondatore dei Megadeth, David Ellefson. Caricato a mille da quella “scimmia infuocata” che da sempre lo asseconda, il chitarrista veronese è riuscito a bissare, in termini di adrenalina, l’esibizione on fire di un anno fa, ora ulteriormente agevolata dalla crescente intesa con i suoi musicisti. È il caso di cavalcate in pieno stile power come “Crossfire” degli Arthemis, “Army Of Darkness” e “Dark Days”, ballad carica di feeling che ha rivelato anche un talento melodico notevole, distante dal metal ad alto voltaggio che spesso lo ha contraddistinto. In scaletta anche una manciata di classici con cui rispolverare le radici dell’hard’n’heavy: “Burn” dei Deep Purple, riletta in apertura alla maniera dei Mr.Big, “Immigrant Song” dei Led Zeppelin, “We Will Rock You” dei Queen e, soprattutto, “Children Of The Grave” dei Black Sabbath. Si tratta, però, soltanto del primo, doveroso omaggio al compianto Ozzy Osbourne, perché sarà proprio uno dei suoi anthem a dare il via al momento più atteso della serata: la consueta jam
finale. Si parte da un’incredibile “Crazy Train”, impreziosita dallo storico assolo di Randy Rhoads eseguito all’unisono da Loureiro e Martongelli, da annoverare tra i vertici assoluti dell’intero set, come testimoniato da un pubblico sempre più in estasi. Discorso analogo per “Ain’t Talkin’ ‘Bout Love” dei Van Halen; l’immancabile must hendrixiano, questa volta “Hey Joe”, e “Going Down”, torrenziale ultimo tributo a un altro nume tutelare delle sei corde scomparso di recente: Jeff Beck. Sono questi gli highlights di una serata assolutamente esaltante, inaugurata dal set diametralmente opposto, ma altrettanto coinvolgente, dei Plastic Farm Animals, band reggina dalle inflessioni post punk, post hardcore e noise, che ha avuto l’arduo compito di aprire le danze davanti a una platea certamente più abituata ad altre sonorità. Eppure, nonostante le differenze, l’opening dei PFA è riuscita a incanalare immediatamente tutte le energie nella giusta direzione, grazie a una proposta comunque affine al mood della serata, tesa e rabbiosa quanto basta a condurre tutti sull’or(l)o del precipizio in attesa del grande salto.
Chiaramente soddisfatto, al termine della prima Power Metal Night targata RockOn, il presidente dell’associazione, Vittorio Lanzo: “Abbiamo assistito a una serata davvero epica, tra le più partecipate della storia del RockOn, segno evidente che, al di là della caratura degli artisti coinvolti, a partire dallo special guest internazionale, Kiko Loureiro, al suo primo live in Calabria, anche la formula sviluppata quest’anno abbia funzionato. La nostra prima Power Metal Night è stata un gran successo e, al contempo, ha confermato lo status non solo artistico ma anche umano di tutti i musicisti coinvolti, dall’amico Andy Martongelli a quella che ormai potremmo definire la nostra resident band, passando per Loureiro, una persona davvero eccezionale. Un plauso particolare, poi, va ai Plastic Farm Animals, rivelatisi una scelta quanto mai azzeccata, nonostante il genere apparentemente diverso. Insomma, siamo soddisfatti al 100%, sia per quanto riguarda le scelte artistiche sia per quel che concerne la partecipazione e il grado di coinvolgimento. Un’altra night to remember, sì”.