«Quella appena conclusa è stata una tornata elettorale che per molti di noi, candidati al Consiglio regionale, ha rappresentato un’esperienza intensa, nuova e ricca di insegnamenti. Non tutti positivi, purtroppo. Ma sarebbe ipocrita tacere ciò che ho visto, sentito e provato» Così inizia la riflessione di Olinda Suriano, candidata per il Movimento 5Stelle, che all’indomani del voto per le regionali invita a una analisi profonda e senza sconti sulle cause della netta vittoria del centrodestra e del presidente Roberto Occhiuto.
«Gran parte del merito di questa vittoria — afferma — va riconosciuto a un centrosinistra che ancora una volta non ha saputo parlare ai calabresi. Non ha saputo presentare un progetto credibile, chiaro, unitario per la Calabria. Di fronte a Occhiuto, si è spesso mostrato come un carrozzone sgangherato, incapace di costruire una narrazione comune e di parlare con il linguaggio delle persone reali, di chi ogni giorno affronta le difficoltà di questa terra». Un’analisi lucida e amara, che non risparmia critiche interne. «Quel carrozzone era pieno di lotte intestine, personalismi, improvvisazione e scarsa competenza. E anche chi, come Pasquale Tridico, persona perbene e calabrese di cui andare fieri, ha accettato la sfida con coraggio, si è trovato spesso solo, senza il sostegno necessario per affrontare la stampa, le piazze e le tensioni interne di partiti e movimenti. Il cosiddetto “campo largo” non è mai realmente esistito. Eppure — continua Olinda Suriano — nel centrosinistra non mancano le persone giuste. Di gente onesta, altruista e capace ce n’è tanta, si è candidata e in alcuni casi ha saputo stare fuori dalla competizione, ma ha sostenuto la coalizione, ma nella condizione attuale non basta più. Serve un profondo esame di coscienza. Chi ha portato a questa situazione deve assumersi le proprie responsabilità: ha mortificato gli elettori, ha tradito la fiducia di chi ha votato per fede, per amore della Calabria e per la speranza di un cambiamento reale».
Le dichiarazioni si fanno poi ancora più nette e Olinda Suriano, parla della necessità di una nuova linea politica: «I diktat che arrivano da fuori Calabria devono finire. E se da fuori si vuole decidere, lo si deve fare con chi questa terra la conosce, con chi ne vive i problemi e le contraddizioni ogni giorno. Bisogna avere il coraggio di guardarsi dentro e scegliere persone che costruiscono, non che distruggono. Il Nord che ci sfrutta fingendo di aiutarci non può più essere il modello da seguire».
Nonostante la delusione del risultato, il messaggio finale è di determinazione e rinascita: «Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno sostenuto. Il loro voto non è stato un calcolo d’interesse, ma una scelta di fiducia verso una donna che ha combattuto battaglie vere — silenziose e urlate — per la difesa dei diritti di chi non ha voce. Anche la Calabria, negli ultimi anni, è diventata una voce spenta. Per questo non mi fermo. Io ci sarò insieme a chi vuole realmente partire dal basso, rappresentare valori e istanze delle persone che ogni giorno lavorano e si spendo per le necessità di tutti. L’ascolto della gente è necessario perché da questo dobbiamo ricostruire il vero senso della politica. Non essere in Consiglio regionale non significa rinunciare: significa continuare da un’altra postazione, con la stessa passione e libertà. Una sconfitta non è la fine. Può e deve essere un inizio più consapevole e più deciso. Da qui si riparte, senza vincoli, senza timori, con la dignità che questa terra merita».
Suriano al centrosinistra: “Non basta dirsi alternativi, serve coraggio, coerenza e visione. Per la Calabria è tempo di verità non di comparsate”
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