“Abbiamo perso. E non di poco. È una sconfitta netta, che va riconosciuta senza giri di parole. A livello generale, il centrodestra si afferma con chiarezza, e nelle città – Reggio su tutte – il centrosinistra arretra visibilmente.
A Reggio, la flessione è evidente: ogni gruppo del centrosinistra raccoglie meno voti rispetto alle ultime tornate elettorali, regionali o europee. Fa eccezione solo il PD, che ottiene due consiglieri regionali, ma solo grazie al pieno coinvolgimento di tutti i suoi esponenti di punta. Il sindaco in carica ottiene 6000 preferenze, che rappresentano il 36% delle preferenze espresse in città per i principali candidati del centrosinistra: un punto in meno rispetto al 37% ottenuto al primo turno delle ultime comunali contro Minicuci.
Questo dato suggerisce due cose: un buon risultato personale, favorito dal meccanismo elettorale regionale e l’assenza di una reale forza unitaria del centrosinistra, ridotto a somma di rendite personali e piccoli circoli di potere.
In questo scenario complesso, vale la pena chiedersi: che spazio c’è per un voto davvero libero, indipendente da partiti e candidati di lungo corso?
Guardiamo allora all’esperienza civica di Pasquale Tridico presidente, e in particolare al risultato a Reggio di Saverio Pazzano con 1327 preferenze (su 1691 complessive ottenute nella circoscrizione Sud), pari all’8% del totale delle preferenze espresse in città per i candidati di riferimento del centrosinistra. Un aumento del 2% rispetto sia alle comunali in cui fu candidato sindaco, sia alle scorse regionali. Un segnale chiaro di crescita, anche se ancora da outsider.
Questo risultato assume un valore ancora maggiore se si considera che è stato ottenuto: senza l’appoggio di partiti o amministratori; senza simboli ideologici forti che potessero convogliare voto d’opinione; senza il sostegno di gruppi organizzati.
C’è dunque un punto da cui ripartire. Ma servono domande scomode.
Quali sono i veri spazi di crescita per il voto libero?
Il dialogo col cosidetto csx è inevitabile, ma deve fare i conti con un sistema incrostato, dove gli equilibri si spostano con facilità in base a convenienze e logiche di potere. Anche nei gruppi apparentemente affini si annidano gelosie, logiche da “riserva indiana”, chiusure autoreferenziali.
Il risultato de La Strada è importante, determinante anche per il risultato complessivo della coalizione in uno scenario di dura sconfitta. E con un sostegno minimo in più – trasversale, sincero, convinto – si sarebbe potuto conquistare anche un seggio in Consiglio Regionale.
Ora è tempo di riflessione. Ma anche di fiducia.
Se davvero si vuole cambiare, non si può prescindere da questo risultato, che è tra i pochi nitidi e leggibili dentro il caos del “campo largo”.
Una comunità larga e libera ha dato prova di esserci. È da lì che si deve ripartire. Rimettendosi in cammino, tornando in strada”.
E’ quanto su legge in un comunicato stampa de “La Strada”.