La Calabria riparte, ancora una volta, da Roberto Occhiuto. Le elezioni regionali del 5 e 6 ottobre hanno riconsegnato alla guida della Regione il presidente uscente, confermando un quadro politico che, almeno nei numeri, sembra rimasto quasi immutato rispetto alla tornata del 2021.
A trainare il centrodestra, ancora una volta, è stato proprio Occhiuto, che rafforza la sua leadership con 453.926 voti, pari al 57,26% delle preferenze — tre punti in più rispetto al 54,46% di tre anni fa, quando ottenne 431.675 voti. Un risultato che restituisce l’immagine di un presidente non solo riconfermato, ma rafforzato nel suo consenso. La sicurezza con cui ha affrontato la campagna elettorale “anticipata”, per molti versi, suggerivano come questa tornata fosse una sfida con se stesso, alla ricerca di un consenso ancora più forte per sé e per le “sue” liste all’interno della coalizione.
A certificare questa fiducia è anche la composizione del nuovo Consiglio regionale, che resta pressoché invariata: 20 seggi al centrodestra, 9 all’opposizione. Una distribuzione identica a quella del 2021. Allora, però, due di quei nove seggi furono conquistati dalla sinistra civica di Luigi De Magistris, oggi inglobata nella coalizione progressista.
Proprio il candidato del campo largo, Pasquale Tridico, segna un passo in avanti rispetto alla performance del 2021, quando a guidare la coalizione fu Amalia Bruni. L’ex presidente dell’INPS ottiene 330.813 voti, pari al 41,73%, migliorando il risultato individuale della Bruni, ma senza riuscire a superare la somma delle forze che allora corsero divise.
A pesare, ancora una volta, è l’astensionismo: quasi il 60% degli aventi diritto ha disertato le urne, tra sfiducia, disinteresse e assenza forzata, come nel caso dei tanti giovani fuorisede che non sono rientrati per votare.
Insomma, si riparte da dove ci si era fermati. La Calabria consegna nuovamente le chiavi della Regione a Roberto Occhiuto. Il quadro politico resta stabile, ma le sfide – infrastrutture, sanità, lavoro – restano più che mai aperte.