La classifica regionale dell’illegalita’ ambientale nel 2024, elaborata da Legambiente nel rapporto sulle ecomafie presentato oggi, vede al primo posto la Campania con 6.104 illeciti penali, pari al 15% del totale nazionale, con un aumento delle persone denunciate (5.580), dei sequestri effettuati (1.431) e un totale di 50 arresti. A seguirla, la Puglia, che torna al secondo posto superando la Sicilia, con 4.146 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, facendo registrare il maggior numero di arresti (69).
Al terzo posto, quindi, la Sicilia, con il 9,4% di illeciti penali. Stabile al quarto posto la Calabria, dove pero’ vi e’ un incremento del numero di reati (3.215) e il raddoppio del dato sugli arresti (41).
Quinto posto per il Lazio, con 2.654 reati, in crescita del 20,6% rispetto al 2023, che supera la Toscana (sesto posto), dove si registra comunque un aumento degli illeciti penali dell’11,6%. La Sardegna si conferma anche quest’anno al settimo posto, dopo il balzo in avanti registrato nel 2023, con 2.364 reati, pari al +13,9% sull’anno precedente.
Al primo posto delle regioni del nord, la Lombardia (ottava nella classifica nazionale, con 2.324 reati ambientali nel 2024, pari al +17.7%), seguita dal Veneto, nono con 1.823 illeciti penali (+3,5%) e dalla Liguria, decima con 1720 reati. A livello provinciale, la classifica conferma la provincia di Napoli al primo posto con 2.313 reati, seguita da Bari, che sale dal terzo al secondo posto (1.526) e da Salerno (quinta nel 2023) con 1.321 illeciti penali.
La provincia di Roma e’ stabile in quarta posizione (1.021) ed e’ terza nella classifica degli illeciti amministrativi, con 1.316 infrazioni. La provincia di Cosenza passa dall’ottava posizione al quinto posto con 963 reati, mentre scende dal podio e si ferma al sesto posto Avellino (906).
Il settimo posto e’ occupato dalla provincia di Palermo, con 774 reati. Rientrano tra le prime dieci province anche quella di Genova (ottava, con 723 reati), di Foggia (nona, con 719 reati) e di Ancona (decima, con 704 illeciti penali).
Salgono, infine, nella classifica delle prime venti province italiane Cagliari, Perugia, Crotone, Catanzaro e Brescia.
Esaminando nel dettaglio i dati del rapporto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le quattro Regioni a tradizionale presenza mafiosa, dove si concentra il maggior numero di reati ambientali, con il 42,6%. A livello nazionale, le attivita’ illecite sono state registrate soprattutto nella filiera del cemento (si parla quindi di abusivismo edilizio, di cave illegali e di reati connessi agli appalti per opere pubbliche), con 13.621 illeciti accertati nel 2024, +4,7% rispetto al 2023, pari al 33,6% del totale.
Inoltre, si sono riscontrati 2.956 reati contro il patrimonio culturale (ricettazione, reati in danno del paesaggio, scavi clandestini, contraffazioni di opere), con un’impennata del 23,4% rispetto al 2023. Quanto agli illeciti del settore agroalimentare, si e’ rilevato un aumento del numero di reati e illeciti amministrativi (+2,9%), a fronte di una leggera diminuzione dei controlli (-2,7%), e un aumento degli arresti (+11,3%).
Nelle attivita’ ambientali sono cresciuti anche gli illeciti amministrativi: 69.949 (+9,4%), equivalenti a circa 191,6 illeciti al giorno, 7,9 ogni ora. I clan censiti da Legambiente dal 1995 al 2024, sono saliti a 389. Rispetto ai delitti piu’ gravi, previsti dal titolo VI-bis del codice penale, nel 2024 troviamo al primo posto l’inquinamento ambientale con 299 illeciti contestati, quelli complessivi sono stati 971, con un +61,3% rispetto al 2023 e 1.707 persone denunciate (+18,9%).
Questi numeri, insieme all’aumento dei controlli su questa tipologia di reati (1.812 nel 2024, +28,7%), dimostrano, secondo Legambiente, l’efficacia della legge del 2015: in particolare, da giugno 2015 a dicembre 2024 grazie a questa fondamentale riforma sono stati accertati 6.979 illeciti, con 12.510 persone denunciate, 556 arresti e 1.996 sequestri.