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Olocausto, Amalia Bruni e il diario del padre Antonio prigioniero nei campi nazisti: “Da quelle poche righe il terrore, lo sgomento e la disperazione”

‘Quanta tristezza è racchiusa nel mio povero cuore di prigioniero. Lagrime silenziose oggi sono scese pensando al mio crudo destino, lagrime che han fatto bene al mio essere alleggerendolo di tanto […] gravoso con della mistica rassegnazione. Il dottore mi ha dato 20 giorni di riposo. Ma varrà soltanto questo a guarirmi. È il tremendo interrogativo cui ho tanta paura di rispondere’.

Dal diario di mio padre, Antonio Bruni, prigioniero nei campi nazisti”.

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Amalia Bruni, presidente del Gruppo Misto. “Poche righe – aggiunge – per comprendere il terrore, lo sgomento e la disperazione di persone, come mio padre, condannate a vivere in condizioni orribili e con la paura di poter morire da un momento all’altro. La storia, però, sembra non averci insegnato nulla, nonostante l’Olocausto ci ricordi come la follia umana può determinare stragi di innocenti, milioni di morti per la supremazia di una razza rispetto a un’altra. Brividi di orrore. Eppure da undici mesi, alle porte di casa si combatte una guerra che sta producendo decine di migliaia di vittime da entrambe le parti senza che si intraveda la speranza della fine di un conflitto bellico assurdo. Il Giorno della memoria dovrebbe ricordare a tutti noi la luce della ragione e non riportarci indietro alla follia delle tenebre. L’umanità non sopravvivrebbe a un nuovo Olocausto. Tutti insieme dobbiamo costruire un mondo migliore. Lo dobbiamo alle nuove generazioni”.

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