Il prossimo 6 settembre 2025, assieme ad altre figure di spicco,anche la reggina Rosella Postorino riceverà il Premio Simpatia della Calabria, kermesse organizzata dall’Associazione Incontriamoci Sempre OdV, giunta alla sua 18ma edizione.
Rosella Postorino è nata Reggio Calabria nel 1978, è cresciuta in provincia di Imperia, ha studiato a Siena e dal 2001 vive a Roma, dove lavora da più di vent’anni in editoria, e dal 2007 come editor per la casa editrice Einaudi, per la quale ha scoperto e curato molti autori di successo.
È considerata una delle più importanti scrittrici italiane.
Le sue opere affrontano temi come la possibilità di scivolare nella colpa senza sceglierlo, per prossimità geografica o per istinto di sopravvivenza, i rapporti di potere e di classe, il senso tragico della Storia, l’esistenza come strappo, il corpo come gabbia, le relazioni come condanna e luce, la condizione delle donne, la famiglia come luogo perturbante.
La sua scrittura, di implacabile nitore, è sensoriale, corporea, capace di costringere il lettore nella pelle dei protagonisti, così come di spingerlo a interrogarsi sui temi filosofici e teologici che da sempre assillano l’umanità.
È nota soprattutto per il romanzo Le assaggiatrici (Feltrinelli 2018), che è stato tradotto in più di 30 lingue e ha vinto il prestigioso Premio Campiello e i premi Rapallo, Pozzale Luigi Russo, Vigevano Lucio Mastronardi, Chianti, Wondy, Sogna Lib(e)ro e, per l’edizione francese, il Prix Jean Monnet.
Libro dell’anno per i gruppi di lettura di Fahrenheit Radio Tre, Le assaggiatrici è diventato anche uno spettacolo teatrale (L’assaggiatrice di Hitler), che ha fatto e farà ancora molte date su e giù per la penisola, e un acclamato film diretto da Silvio Soldini, venduto in 50 Paesi.
Recensendo l’edizione americana del libro, il New York Times ha scritto dell’autrice: «La sua straordinaria capacità di trasmettere sentimenti come la colpa, la vergogna, l’amore e il rimorso in un unico gesto ci dice che sentiremo ancora parlare di lei».
Con il romanzo “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli 2023), Rosella Postorino è stata finalista al Premio Strega e ha vinto il Premio Asti d’Appello, il Premio della giuria popolare I Fiori Blu, il Premio speciale della giuria per la Donna Scrittrice, il Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo e il premio Buk.
Dopo aver esordito nella narrativa con il racconto In una capsula (incluso nell’antologia Ragazze che dovresti conoscere, Einaudi 2004), Postorino ha pubblicato i romanzi La stanza di sopra (Neri Pozza 2007; nella dozzina del Premio Strega, ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella), L’estate che perdemmo Dio (Einaudi 2009; Premio Benedetto Croce e Premio della Giuria Cesare De Lollis) e Il corpo docile (Einaudi 2013, Premio Penne).
Nell’ambito della narrativa per ragazzi ha scritto per Salani Tutti giù per aria e Io, mio padre e le formiche (2019 e 2022), e per Feltrinelli Piangiolina (2024). Per Laterza è apparso il reportage sulla Riviera dei Fiori Il mare in salita (2011). Il suo ultimo libro è Nei nervi e nel cuore (Solferino 2024).
Per il teatro ha scritto: Tu (non) sei il tuo lavoro, prodotto dal Napoli Teatro Festival e rappresentato durante la terza edizione della stessa rassegna internazionale nel 2010, con varie repliche (l’ultima, nel 2024); Nel lago. Materiali in esposizione, messo in scena nella sezione «B-motion» del Festival Opera Estate di Bassano del Grappa nel 2010; Il buio non ha voce, libretto d’opera della composizione sinfonica del maestro Matteo D’amico, prodotta dal Teatro Petruzzelli, la cui prima è stata proprio in quel teatro nel settembre del 2024; L’assaggiatrice di Hitler, con Gianfranco Pedullà, attualmente in scena.
Studiosa e traduttrice di Marguerite Duras, Postorino ha tradotto e curato Moderato Cantabile (2013) e Testi segreti (2015) per Nonostante edizioni, e ha realizzato il podcast Marguerite Duras. La storia della mia vita non esiste (Solferino 2024).
Ha una rubrica mensile su «7», il magazine del «Corriere della Sera», collabora con «La Stampa» e «la Repubblica» e ha scritto per le maggiori testate italiane cartacee e online.
Tiene corsi di scrittura per diverse scuole italiane e nel secondo semestre del 2025 terrà un corso di Editoria libraria all’Università di Siena.
Di Rosella Postorino e i suoi tanti libri hanno detto:
«Una scrittrice dotata di una lingua morbidissima e tagliente». Concita De Gregorio, la Repubblica
«Un romanzo intriso di rabbia e sensualità. Di una potenza impareggiabile». Le Figaro
«L’autrice incide le carni con una scrittura precisa e ricca». Cristina Taglietti, La Lettura – Corriere della Sera
«La voce dell’assaggiatrice cattura il lettore e non lo libera mai, per quanto è vera, tesa, penetrante». Donatella Di Pietrantonio
«Leggete Le assaggiatrici. Fatelo, vi prego». Michela Murgia
«Una storia seducente e affascinante». Le Monde
«Le assaggiatrici è letteratura. È un libro che ci costringe a fare i conti con il buio, con il buio dell’orrore nazista ma anche e soprattutto con il buio della privazione, e della sottrazione della potestà sui propri corpi». Massimo Recalcati
«Ricordate cosa scrisse Lalla Romano su Sostiene Pereira di Tabucchi? Ecco, io lo rinnovo per Le assaggiatrici di Rosella Postorino: “È possibile che un libro, un romanzo, metta a disagio perché sembra troppo bello? Troppo, non perché sospetto di voler piacere, ma proprio nel senso che si fa amare senza riserve”». Crocifisso Dentello
L’autrice indaga i limiti oltre i quali ci si può spingere, per sopravvivere, senza perdere la propria umanità». Sabina Minardi, L’Espresso
«Un romanzo bellissimo in cui Rosella Postorino individua un’identità femminile trasversale alla storia». Teresa Ciabatti
«Una prosa vigorosa e scabra, con un fraseggio ampio e articolato e uno sguardo critico e penetrante. Narrazione solida ed espressiva. Di profondo impatto». El ideal
«Con precisione, acume e profonda sensibilità, Rosella Postorino ci mostra quanto siano labili i confini tra dolcezza e violenza, amore e odio». L’Or des livres
«Una storia bellissima e liminare, ovvero segna un confine tra il dicibile e l’indicibile. Una storia senza scelta e senza via d’uscita, come per certe protagoniste delle tragedie greche». Valeria Parrella, Grazia
«Volerete dentro questo romanzo con il cuore in gola e un’immedesimazione costante fino all’ultimo, magnifico capitolo». Annalena Benini, Io Donna
«Questo libro in cui si parla di amore, fame, sopravvivenza e rimorso resta inciso nel cuore». Marta Cervino, Marie Claire
«Il miglior romanzo italiano del 2018». Massimiliano Virgilio, Fanpage.it
«Sono molti i libri che ho scritto, ma non ne ho scritti di così sfolgoranti come il suo. Le parole non sono di questo mondo, parole che si leggono stregati e ammutoliti». Eugenio Borgna, Corriere della Sera
«Rosella Postorino racconta di sé e della Storia, incrocia personaggi quotidiani e temi enormi, cuce con l’uso sapiente della parola la tela slabbrata del tempo che viviamo. Non esita a mettere in gioco la sua vita e il suo corpo, ma lo fa come fosse “un campione dell’umano”». Annalisa Cuzzocrea, La Stampa
«Ogni pagina viene a prenderti e finisce per spostarti da dove stavi». Barbara Stefanelli, Io donna
«È di una potenza incredibile. Ho pianto dalla prima all’ultima parola». Cathy La Torre
«Un libro benedetto – benedetto per chi lo ha scritto e per chi lo legge». Franco Cordelli
«Un libro intimo, spudoratamente intimo». Marco Damilano
«La sintassi e soprattutto il ritmo e la tensione del racconto presentano una varietà inconsueta nel romanzo italiano recente. Non che mera scrittura, quella di Postorino è scultura su pagina o musica vicina al silenzio». Giovanni Choukadarian, Il Giornale
«Davvero straordinaria (non ho altro aggettivo) la lingua che l’autrice intreccia e a cui dà vita: una lingua fatta di cose e incompromessa». Angelo Guglielmi, l’Unità
«Un romanzo inusuale, in cui la scrittura lucida e implacabile si misura su un complesso strato di voci narrative». Fulvio Panzeri, Famiglia Cristiana
«Un romanzo che incide la carne. Frasi brevi, raggelate, innovative. Un’esattezza dolorosa». Filippo La Porta, «XL – la Repubblica»