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Grande successo per la “Notte del Liceo Classico” al “Nostro-Repaci” di Villa San Giovanni

Alla presenza di un pubblico numeroso e partecipe, l’Istituto “L. Nostro-L. Repaci”, come da tradizione, ha acceso i suoi riflettori sulla X edizione della “Notte Nazionale del Liceo Classico”, unendosi così al coro di 339 licei in Italia – cui si sono aggiunti, per il secondo anno, anche 14 istituti stranieri, spaziando dall’Australia alla Turchia – in occasione della manifestazione di valorizzazione della cultura classica nata da un’idea di Rocco Schembra, docente al Liceo Classico “Gulli-Pennisi” di Acireale, e sostenuta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dall’Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC).
Il sipario si è aperto con il video introduttivo e i saluti istituzionali del ministro Giuseppe Valditara e del professor Renzo Tosi, presidente dell’AICC. Il Dirigente scolastico dell’Istituto villese, prof.ssa Maristella Spezzano, ha introdotto la serata mettendo in luce il ruolo attivo che gli studi classici, anima delle civiltà contemporanee, hanno nel forgiare le giovani menti attraverso l’ideale di humanitas che, oggi come non mai, occorre diffondere e difendere. Nel corso dell’evento è intervenuta anche il sindaco di Villa San Giovanni, dott.ssa Giusy Caminiti.
Protagonisti assoluti, però, sono stati i ragazzi dalla prima alla quinta classe del Liceo che, nel declinare la tematica nazionale della Notte, ovvero la Comunicazione, hanno voluto focalizzarsi sulla materia tristemente attuale della violenza di genere, da combattere proprio attraverso le varie forme comunicative che, come ha spiegato la prof.ssa Giuseppina Galletta, docente referente dell’evento, hanno un potenziale civile altissimo ai fini di una sensibilizzazione ad ampio raggio.
Sul palcoscenico delle simboliche scarpe rosse, quindi, sono salite proprio le eroine dell’antichità: Ifigenia, Elettra e Crisotemi, Antigone, la Pizia e ancora Elena, Andromaca, Penelope fino alla Lesbia amata da Catullo.
Momenti di particolare impatto emotivo sono stati il processo simulato ad Antigone, presieduto da un giudice d’eccezione, la dott.ssa Francesca Saraceno, ex studentessa del Liceo; la rilettura in chiave ironica della commedia “La fanciulla tosata” di Menandro, che ha condotto a una profonda riflessione sui più recenti episodi di violenza sulle donne; e, non da ultimo, l’originale rifacimento in chiave comica e attualizzante della tragedia “Agamennone” di Eschilo. Tali esempi, insieme alle riflessioni intorno al ruolo delle donne nell’epica classica, in particolare omerica, e sul dramma di Antigone come simbolo di resistenza al totalitarismo (presente anche nella relazione a cura della dott.ssa Saraceno dal titolo “Il dramma di Antigone come specchio dell’opposizione al totalitarismo: il trionfo della cittadinanza”), hanno evidenziato la capacità della tradizione classica di dialogare con tematiche universali come il dolore, la lotta, la resilienza e la ricerca di giustizia. Gli allievi, insomma, hanno intrecciato sapientemente nelle loro performance originalissime le voci del passato con quelle del presente, dimostrando come la letteratura e le civiltà antiche possano essere strumenti vivi di denuncia, riflessione, ispirazione.
La serata si è arricchita ulteriormente della presenza di due esperte in Psicopedagogia clinica, le dott.sse Maila Ielo e Francesca Cartellà, intervenute sulla figura di “Una donna nuova”, Maria Montessori, per rimarcare la centralità dell’educazione nella costruzione di una società più equa e rispettosa dei diritti delle donne.
Suggestive le conclusioni: l’interpretazione con lettura metrica in lingua greca e italiana dell’ode “Alla Luna” di Giacomo Leopardi e di una selezione dei passi finali più significativi delle passate nove edizioni della Notte hanno posto un sigillo di bellezza, stupore ed eternità, lasciando nel pubblico di studenti, genitori e cittadini una rinnovata consapevolezza del valore intramontabile della cultura classica non solo come eredità del passato, ma soprattutto come lente attraverso la quale osservare e interpretare il presente nella prospettiva di un futuro migliore da affidare alle nuove generazioni.

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