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I fiumi di sale di Zinga, nel Crotonese: fra turismo e ricerca geologica

Zinga, una piccola frazione collinare del Comune di Casabona, nel Crotonese, sarebbe un anonimo borgo se non fosse per un fenomeno che si registra solo qui e in poche altre parti del mondo: il cosiddetto diapirismo salino. Un “diapiro” è una roccia fusa che risale in superficie attraverso strati di altre rocce sempre più dense. E a Zinga questo succede con il sale. “Il sale si è depositato e compattato, a causa dei sedimenti che lo sovrastano, e lentamente ha iniziato a fluire verso l’alto perché più leggero delle altre rocce, grazie anche ai movimenti tettonici” spiega il geologo Cimieri.

I “fiumi di sale” di Zinga costituiscono sia la principale attrazione del paese ma allo stesso tempo rivestono una grande importanza da un punto di vista prettamente geologico, come spiega Cimieri.. Attraverso lo studio di queste formazioni e delle microgocce d’acqua presenti, è possibile risalire ai livelli di salinità e temperatura del Mar Mediterraneo circa 5 milioni e mezzo di anni fa. E’ quindi possibile sapere che ci si trova in presenza di aree che erano precedentemente sommerse dal mare, come è stato dimostrato dagli studi di Dominici e Cipriani dell’Università della Calabria.

Secondo il geologo Cimieri “Inoltre, ancora oggi alcuni anziani del paese si recano in queste zone per raccogliere il sale, che pare sia migliore di quello che si acquista sul mercato perché è purissimo”. 

Ma quale sara’ il futuro di questo geosito? “Come associazione “Italia Nostra – Casabona e Valle del Neto” stiamo puntando su una tipologia di geoturismo, per far conoscere a tutti questo luogo – afferma ancora Mario Cimieri – perche’ qui si possa vivere un’esperienza naturalistica e anche geologica, per interessare alla materia anche le nuove generazioni. Chissa’, magari intercetteremo futuri geologi!”

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