Dopo il successo della prima residenza d’artista di questa seconda edizione di Stanze di Vita Immaginaria, in cui l’arte di Enrico Iuliano si è intrecciata armoniosamente con le parole del poeta Bartolomeo Bellanova, martedì 15 luglio, sempre nell’ambientazione magica del MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila), partirà la seconda residenza d’artista che, in occasione del centenario della sua nascita, omaggia il fotografo Mario Giacomelli.
Entro il perimetro di terrazzamenti boschivi, in questa nuova tappa delle residenze Sense giunte all’ottava stagione, sino al 20 luglio, sarà protagonista Santo Alessandro Badolato, scultore catanzarese con una forte propensione verso la materia in tutte le sue declinazioni, dalla plasticità alla spazialità, e un’attenzione particolare alla capacità della luce di rivelare le cose. La sua ricerca è orientata ai temi della sacralità e dell’essenza, nella convinzione che la sintesi generata dalla lettura dell’insieme sia la via per avvicinarsi alla verità. Lo attesta la sua opera “Te hominem esse memento”, in cui la materia si disgrega per liberarsi dalle impurità e ricostruirsi in una nuova forma. Il suo invito artistico all’incontro con ciò che bisogna abbattere e frammentare è una sorta di atto catartico. In tal caso, sarà impreziosito dal contributo letterario di Andrea Cortellessa, storico e critico letterario nonché docente di letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Roma Tre.
«Il progetto di Badolato aderisce perfettamente alla nostra idea di spazio e limite in quanto aiuta a visualizzarne, in maniera più netta, la consistenza e gli effetti. Proprio grazie a questa consapevolezza, permette di coltivare una forma di emancipazione» commenta Elisabetta Longo, direttrice del MABOS, invitando tutti ad attingere a questa fonte inesauribile di arte, nell’incantevole museo all’aperto. Anche questa residenza d’artista sarà accompagnata dal tratto originale della matita di Giuseppe Talarico, direttore artistico di Colosso Studio, che con ironia e freschezza rappresenta modelli di iconicità della Calabria, e dalla narrazione fotografica di Isabella Marino.