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Quarant’anni dalla morte di Sergio Cosmai. La moglie: “Una vita dedicata alla lotta al compromesso”

“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. Comincia così, con una citazione dello scrittore calabrese Corrado Alvaro, il messaggio di Tiziana Palazzo, vedova dell’ex direttore del carcere di Cosenza Sergio Cosmai, recapitato alla manifestazione in ricordo del marito.

Cosmai fu ucciso per mano della ‘ndrangheta il 12 marzo 1985, perché negò ai boss detenuti i privilegi di cui avrebbero voluto godere. Alla cerimonia di commemorazione a quarant’anni dalla morte, che si è svolta questa mattina nella Sala degli Specchi a Palazzo della Provincia, hanno partecipato rappresentanti del mondo delle istituzioni e della politica, tra cui la presidente della Provincia Rosaria Succurro, la direttrice dell’istituto penitenziario cosentino, intitolato proprio a Cosmai, Maria Luisa Mendicino, e il nuovo procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla.

Palazzo, nel suo messaggio, ha ringraziato i presenti “per la memoria condivisa di un uomo, la cui vita fu dedicata agli affetti più veri, alla lotta al compromesso. Siamo con voi legati da un filo rosso che non è solo il sangue versato da un innocente uomo delle istituzioni, ma è anche è soprattutto ardente desiderio di cambiamento”.

Per il delitto Cosmai il mandante, Franco Perna, fu condannato in via definitiva all’ergastolo nel 2012, ma gli esecutori materiali furono assolti per insufficienza di prove.

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