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[FOTOGALLERY] “Pensa tu”: il primo Festival della Scienza e della Curiosità della città dei Bruzi. Dal cielo alla terra ai mondi virtuali, un infinito racconto dell’Universo

PENSA TU SECONDA SALA 9di Roberta Mazzuca – Un weekend all’insegna della conoscenza e del sapere quello che ha preso il via questa mattina a Cosenza dove, nella splendida cornice dello storico Castello Normanno Svevo, è stata inaugurata “Pensa tu”, la prima edizione del Festival della Scienza e della Curiosità della città dei Bruzi. Un’iniziativa, organizzata da Orizzonte degli eventi, Svevo s.r.l., con il patrocinio dell’Università della Calabria ed in partnership con Extramuseum arte, scienza e tecnologia e Associazione Nish, che rientra fra quelle del Festival Castello Svevo “Cultural Crossing. Incroci d’Arte, Identità e Patrimonio”, finanziato dalla Regione Calabria per le attività di animazione dei Beni Culturali (PAC CALABRIA 2007/2013). Un evento decisamente istruttivo, quindi, pensato per tutti, bambini, ragazzi, adulti, e che già questa mattina ha visto la partecipazione di personaggi come Francesco Barberini, il giovanissimo aspirante ornitologo, divulgatore e scrittore, nominato anche Alfiere della Repubblica Italiana nel 2018 dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha intrattenuto grandi e piccini con una conferenza a tema natura, dinosauri e sostenibilità, dal titolo “I dinosauri di oggi”. Tema comune a questa prima edizione è, infatti, quello ambientale, più precisamente il cambiamento climatico, a cui si affiancheranno argomenti legati all’astronomia e allo spazio. Insomma, un vero e proprio contenitore di scienza e curiosità tutto da scoprire e tramite il quale appassionarsi a mondi affascinanti e spesso sconosciuti, in un viaggio che, tra le storiche sale del Castello, e passando poi per il grande Giardino, è in grado di trasportarci da uno spettro all’altro di questo immenso universo, nel quale dietro ogni soglia si dipana davanti al nostro sguardo un nuovo e originale mondo, quello della scienza e delle sue mille curiosità.
Di questo universo e dei mondi in esso compresi siamo andati alla scoperta proprio insieme agli stessi protagonisti, che ci hanno trasportato con le loro nozioni e la loro conoscenza in una dimensione che cercheremo, ora, di mostrare.

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IL LUMINOSO RACCONTO DEGLI ASTRI: TRA FOTO E COLORI, L’UNIVERSO SI DESCRIVE

Il primo campo in cui ci siano inoltrati, all’interno della Sala del Camino, è la mostra di astrofotografia “I colori dell’Universo” a cura di “Passione Astronomia”, “una realtà che nasce negli ultimi anni e si impegna per trasmettere la passione per questa magnifica scienza” – ci spiega Tommaso Nicolò. “Una scienza fra le più antiche, se non la più antica in assoluto. Nasce in diversi posti, dall’Antica Grecia passando anche per il Medio Oriente, però nel corso degli anni è stata svalutata. Il nostro obiettivo è quello di portare alle persone, attraverso la bellezza del cielo, anche la bellezza di questa scienza, e contemporaneamente di sensibilizzare al problema dell’inquinamento luminoso”. Una forma di inquinamento di cui si sente parlare di rado, ma nella quale l’Italia, purtroppo, si trova ai primi posti, essendo il paese con il maggior tasso di inquinamento luminoso al mondo.

Un primato di cui avremmo decisamente potuto fare a meno, e che deriva da una cattiva progettazione di illuminotecnica, nonché da un abuso energetico sconsiderato. Un inquinamento a cui non si attribuisce, forse, la stessa considerazione di altri, ma che risulta ugualmente grave e devastante per l’ambiente e per gli esseri viventi che lo popolano, umani compresi. Si tratta, in sostanza, di un’alterazione dei naturali e normalmente bassi livelli di luce, che sarebbero presenti nell’ambiente notturno in assenza di luminarie artificiali. Un’alterazione che provoca danni di non poco conto e di diversa natura: ambientali, scientifici, culturali ed economici. Per citarne solo alcuni, possiamo pensare alla difficoltà o perdita di orientamento in diverse specie animali, come uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne o, dal punto di vista culturale, la “sparizione del cielo stellato”. Un cielo troppo luminoso può essere un problema per l’astronomia stessa, in quanto limita fortemente l’efficienza dei telescopi ottici. E ancora, dal punto di vista economico, basti pensare allo spreco di energia elettrica, argomento tornato all’attenzione delle cronache proprio nell’ultimo mese, con lo scoppio della guerra in Ucraina.

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Un tema, dunque, importante, vasto, complesso, le cui conseguenze sono risultate evidenti osservando semplicemente ciò che il nostro amico Tommaso ci ha mostrato. Bellezze non ancora toccate e rovinate dall’inquinamento luminoso, come il cielo di Atacama, nel deserto più buio del mondo, in Cile, in cui sono evidenti le differenze con i cieli italiani. Un racconto di tutto l’universo mostrato attraverso la fotografia, che va dalle foto paesaggistiche, quindi dagli oggetti più vicini del Sistema Solare, la Luna, l’eclissi, il Sole, le comete, passando alle nebulose della nostra galassia, come quella di Orione, le Pleiadi, la nebulosa planetaria. Ci mostra, poi, un antico nucleo di una vecchia galassia, che la nostra Via Lattea con la sua forza di gravità ha catturato e ha cannibalizzato, lasciandone un piccolo resto. “Attraverso le foto e i colori raccontiamo come l’universo ci parla” – conclude Tommaso, lasciandoci ad ammirare l’affascinante rassegna di foto realizzata da Daniele Gasparri, Marco Bastoni e Stefano Maraggi.

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IL CONTRIBUTO DEI RAGAZZI DEL LICEO SCIENTIFICO “SCORZA”: LA DIMENSIONE PEDAGOGICA DEL FESTIVAL DELLA SCIENZA

Sempre nella stessa Sala, siamo stati poi catturati dalla passione e dall’originalità dei ragazzi del Liceo Scientifico “G.B. Scorza” di Cosenza, che hanno messo a disposizione di tutti dei progetti degni di nota. Insieme al Centro Enrico Fermi di Roma, ad esempio, il Progetto “EEE” (Extreme Energy Events) raggi cosmici; ancora, il “GreenLabs”, il “MAB si racconta” e “SanDomApp”. Fondamentale la partecipazione delle scuole e il coinvolgimento dei ragazzi, che hanno saputo mostrare una comprensione accurata dei fenomeni e dei progetti da loro presentati, e che testimoniano una presa di coscienza dell’importanza dell’educazione scientifica e culturale su temi così delicati e attuali come quelli legati all’ambiente. Un’inaugurazione dell’evento che, quindi, grazie ai ragazzi, acquisisce una dimensione pedagogica fondamentale, non solo per gli alunni stessi impegnati a realizzare i progetti e ad esporli al pubblico, ma anche per lo stesso pubblico adulto, che ha finalmente la possibilità di imparare dai più giovani, in uno scambio generazionale tra mondo scolastico, universitario e professionale.

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SALA DELLE ARMI: UN VIAGGIO NELLA STORIA PASSATA, PRESENTE E FUTURA DEL NOSTRO “ESSERE UMANI”

Dalla Sala del Camino si passa a quella delle Armi e, così, dall’astronomia e dal mondo originale mostratoci dai ragazzi, si passa a quello accademico e professionale. Sulla destra esposizioni di bonsai, di piante in vaso di specie tutelate a livello europeo, a cura dell’associazione culturale Shibumi-MuSNOB sezione Orto Botanico, nata nel 2017 dalla passione di persone amanti della natura che si incontrano per poter imparare insieme a lavorare sulle proprie piante, con l’obiettivo di promuovere e perseguire finalità inerenti al bonsai, all’arte orientale, alla salvaguardia dell’ambiente e alla cultura in genere, promuovendo diverse iniziative. Di fronte a noi, esposizioni di fossili indicatori climatici e di fossili estinti, inclusa la riproduzione del cranio di Tyrannosaurus rex a cura del MuSNOB sezione Paleontologia, ed esposizioni di vari reperti zoologici a cura della sezione di Zoologia. Due musei, quello di Paleontologia e Zoologia dell’Università della Calabria, estremamente affascinanti ed importanti: il primo, aperto al pubblico il 13 maggio 2009, ospita una ricca collezione di piante e animali fossili provenienti da diverse località della nostra regione e da svariate parti del mondo; il secondo, accoglie i visitatori in uno spazio che ricorda la culla della vita, il mare e le creature che lo popolano. All’estrema sinistra, l’esposizione di rocce minerali a cura del MuSNOB sezione Mineralogia e Petrografia.

Ancora, l’esposizione di computer storici restaurati e funzionanti a cura del MIAI: “L’associazione Verde Binario da vent’anni recupera e restaura l’archeologia informatica, vecchi calcolatori e computer storici” – ci dice uno dei ragazzi che ne fa parte. “Nata all’interno dell’Università della Calabria tramite un’iniziativa degli studenti, ha fondato il MIAI, Museo Interattivo di Archeologia Informatica, che raccoglie e custodisce questa enorme collezione”.

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Infine, abbiamo avuto modo di osservare “Il ciclo del riciclo”, un utile e interessante percorso educativo sulla raccolta differenziata, a cura di Rimuseum, il Museo per l’Ambiente dell’Università della Calabria che propone un allestimento ludico/educativo articolato su quattro piani, con peculiarità distinte: alcune per argomento, altre per target di età. Un tema caro a tutti, ma ancor di più alla città di Cosenza e a tutta la provincia, che da tempo versa in condizioni disastrose e delle quali ci siamo, anche recentemente, occupati (leggi qui). Restituire, allora, uno sguardo d’insieme sul tema dei rifiuti e del loro riciclo, non soltanto attraverso l’aspetto tecnico, ma anche nella prospettiva di una diversa concezione dei rifiuti stessi, può essere di basilare importanza in un territorio come quello cosentino, in cui vivere in vere e proprie discariche a cielo aperto è, oramai, normalità. In questo senso, interessante il contributo offertoci dal professor Antonio Mazzei, responsabile scientifico del Laboratorio di Entomologia Applicata del Museo di Storia Naturale dell’Unical, che ci ha illuminato sulle possibili prospettive future della cosiddetta “tarma della farina” che, tra le altre cose, potrebbe sopravvivere nutrendosi di polistirolo e altri tipi di polystirene, materiali normalmente considerati non biodegradabili e certamente non edibili, dando un contributo inedito e certo ancora da verificare, ma sicuramente prezioso, al riciclo dei rifiuti.

Un percorso di sensibilizzazione sull’ambiente che passa, quindi, attraverso diverse vedute e diverse epoche, restituendoci una visione d’insieme che aiuta a comprendere non solo il mondo in cui oggi viviamo, ma anche quello che ci ha preceduto, e ad individuare nuove e variabili prospettive attraverso le quali creare il mondo del domani.

SALA MILITARE E GIARDINO: LA REALTÀ VIRTUALE E IL TENERO RACCONTO DELL’ALASKAN MALAMUTE

Il nostro intenso viaggio prosegue al piano superiore, nella Sala Militare, dove abbiamo potuto ammirare il simulatore di guida virtuale a cura di Unical Reparto Corse, e “Dive in the Past ed altre storie”, un viaggio nel serious game a tema subacqueo ed esposizioni di applicazioni in Realtà Virtuale, a cura di 3D Research SRL. Nell’immenso Giardino, invece, un momento educativo tenero e divertente con Fiorenza Cardamone e il suo “Alaskan Malamute: tra scienza e storia”, in cui ha raccontato, insieme ai suoi amici animali e di fronte a una platea entusiasta di piccoli bambini, la storia del cane Alaskan Malamute.

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Un universo, come si può ben capire, immenso e affascinante, quello della scienza, che in questa prima edizione del Festival di Cosenza, al suo debutto, riesce in pieno nel suo intento di aprire la mente e il cuore ad universi che, forse, non avevamo ancora considerato, insegnando il rispetto e la bellezza di un ambiente che è la nostra casa e il nostro rifugio. L’evento proseguirà anche domani con nuove conferenze, spettacoli e attività a tema scientifico e divulgativo condotte da scienziati, youtubers e docenti universitari dediti alle scienze e a tematiche collaterali. Fra gli altri, interverranno, ad esempio, personaggi come Adrian Fartade, Luca Perry e Willy Guasti, molto seguiti dai giovani grazie al loro lavoro di divulgazione svolto in rete. Ma anche incontri come “L’Italia e l’esplorazione spaziale, la storia e le prospettive” future con la partecipazione di Marino Crisconio, Project Manager dell’Agenzia Spaziale Italiana, e Armando Ciampolini, direttore delle operazioni di Altec Space. Un Festival ancora tutto da scoprire, che punta a trasmettere cultura e sapere, ma anche ad acquisire un’identità forte su tutto il territorio, proponendo tematiche diverse per ogni edizione in base agli argomenti di maggiore tendenza.

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