“L’elemento distintivo della vita di S. Francesco di Paola è quella scritta con cui viene rappresentato: la Charitas, la carità. S. Paolo, nelle letture di oggi, ci ricorda che la carità è il fondamento di tutto, è ciò che resta. La carità non può restare parole vuote, ma è un principio che va reso operativo. La carità ricostruisce le relazioni, l’odio invece distrugge tutto. Rendere operativa la carità significa fare in modo che, per quel poco o tanto che dipende da me, faccio in modo che il male non prevalga, che non abbiano spazio l’odio, la divisione, la distruzione, l’egoismo”. Così il vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella festa di S. Francesco di Paola in Lamezia Terme Sambiase, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni civili e militari.
“Ognuno di noi è chiamato non solo a sperare la pace, demandando agli altri o a Dio stesso il compito di realizzare la pace – ha proseguito Parisi – Il Signore realizza la pace chiedendoci di diventare costruttori di pace. Il messaggio di S. Francesco ci invita alla riconciliazione ed è un messaggio che riguarda ciascuno di noi, le nostre famiglie, i contesti sociali in cui ci troviamo. Abbiamo bisogno di relazioni vere, autentiche, che possano davvero costruire il bene”
Il vescovo di Lamezia richiama a una vita di fede in cui “non ci sono scissioni tra la fede e la vita” ma “la nostra vita di fede illumina la qualità della nostra presenza nel mondo. Nella prima lettura, Isaia ci ha parlato di una strada nel deserto, di una via dei redenti dove incontreremo zoppi, ciechi, sordi… Su questa strada, che Isaia chiama la via dei redenti, tutti devono potersi incamminare e nessuno deve essere lasciato ai margini. Queste parole, che sono una provocazione per noi come Chiesa, sono una provocazione anche per coloro che ricoprono ruoli istituzionali, che sono chiamati ad organizzare la speranza nella cosa pubblica. Il principio della carità può e deve guidare anche la gestione della cosa pubblica: la carità che è amore gratuito, che si dona, che sa consegnarsi agli altri. Questa è la vera festa: vedere attraversata la nostra vita, a volte arida, da questa strada che porta la carità nel nostro cuore”.
Dal presule, ancora una volta l’appello “che ho già rivolto ai parrochi e ai catechisti, a coinvolgere nei grest estivi le persone con disabilità: devono essere presenti e noi ce ne dobbiamo occupare. La nostra grandezza non si misura dalle nostre parole, ma dalla larghezza del nostro cuore”.
“L’augurio – ha concluso Parisi – a tutta la città di Lamezia, in forza del messaggio e della carità di S. Francesco di Paola, è un augurio di unità. Da quando mi sono insediato, ho sempre ribadito con forza il messaggio che la città è una, certamente con le sue specificità che non devono essere particolarismi divisivi. Siamo chiamati a fare di queste specificità un mix arricchente, plurale, armonizzare le diversità. Gli altri, dall’esterno, possano vedere una città unita e propositiva nel segno della carità”.
Il vescovo Parisi ha colto l’occasione dell’ultima uscita pubblica di Paolo Mascaro come sindaco per ringraziare per la corretta collaborazione in questi anni.