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Intelligenza artificiale: occhi puntati su Calabria dall’estero

C’è grande voglia di fare impresa in Calabria; ci sono molti giovani che sono ritornati nella loro terra proprio per intraprendere nuove attività scandagliando terreni finora inesplorati. Non sono solo spin-off delle università, ma anche centri di ricerca con brevetti e significative attività, nei settori più vari, da quello agricolo, alla moda, all’alta tecnologia. A cominciare dall’intelligenza artificiale. E in questo campo c’è un’azienda interessante a Rende, alle porte di Cosenza, che ospita anche il campus dell’Università della Calabria. Si tratta di Altilia srl. A spiegarne origine e missione è Massimo Ruffolo, amministratore delegato di Altilia. “Siamo nati nel 2010 come spin-off del CNR – dice all’AGI – e abbiamo recentemente ricevuto un investimento di tre milioni da Cassa Depositi e Prestiti, un investimento di Venture Capital, per sviluppare il nostro business, che verte sullo sviluppo di una piattaforma software che legge in maniera automatica i documenti, per consentire alle aziende di gestire processi interni in maniera più efficiente, cioè evitiamo che chi lavora debba leggere da solo i documenti complessi per poi estrarne dei dati. Questo è utile, per esempio, alle banche per estrarre dati da documenti di reddito se si va a chiedere un prestito. La nostra tecnologia fa tutto questo in automatico, scansionando i documenti e rendendo disponibili i dati importanti per gli usi che servono in altri sistemi”.

Con un’età media di poco superiore ai 30 anni e una sessantina di collaboratori, Altilia ha clienti in Italia ma anche all’estero. “I nostri clienti sono soprattutto grandi banche e operatori del mondo finanziario, – conferma Ruffolo – e i nostri primi clienti sono a Boston e New York”. È bello lavorare in Calabria, ma qualche problema, inutile nasconderlo, c’è, dice Ruffolo. Bisogna investire – sottolinea – sulle infrastrutture materiali e immateriali per favorire le imprese nascenti. “Noi paghiamo un po’ il dazio della lontananza dalle sedi centrali del business, in Italia e nel mondo, – precisa Ruffolo – e investimenti per avvicinarci, soprattutto con le infrastrutture fisiche, sono necessari e faciliterebbero il lavoro di chi, come noi, si devono anche spostare o ricevere chi viene a trovarci”.

(AGI)

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