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Due arresti a Reggio Calabria per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso

La Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Gianfranco Minissale, ha arrestato due persone con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, guidata da Giuseppe Borrelli, ha ricostruito le difficolta’ vissute da un imprenditore del settore della distribuzione di carburanti che, stanco delle continue vessazioni e intimidazioni, ha deciso di denunciare i fatti alla Polizia.

Secondo quanto emerso dalle indagini, inoltre, i due indagati, nell’agosto dello scorso anno, avrebbero avvicinato l’imprenditore “invitandolo” a mettersi a posto con i referenti di ‘ndrangheta della zona, non mancando di citare il nome di un noto casato mafioso egemone nel territorio di riferimento. A brevissima distanza di tempo, l’invito si sarebbe trasformato in una vera e propria intimazione a non aprire l’impianto in quanto d’interesse della consorteria criminale.

Successivamente, uno dei due arrestati avrebbe minacciato apertamente l’uomo pretendendo il pagamento di 120.000 euro. E ancora: nell’ottobre del 2024 uno degli indagati avrebbe pedinato l’imprenditore fin sotto la sua abitazione con l’evidente finalita’ di intimorirlo.

Da qui la decisione dell’imprenditore di denunciare i fatti alla polizia di Stato, senza offrire spunti utili alla completa identificazione del presunto estortore. Le intimidazioni ai danni dell’imprenditore sono comunque proseguite con il furto di alcune telecamere di sorveglianza e poi culminate con l’occupazione del suolo di pertinenza del distributore da parte di uno degli indagati che vi aveva collocato un veicolo e un gazebo per la vendita di frutta rendendo, di fatto, impossibile l’esercizio dell’attivita’ del distributore di carburanti.

La Squadra mobile, dopo avere identificato i due indagati, li ha denunciati alla Procura distrettuale, che ha ottenuto il mandato di arresto dal gip del Tribunale di Reggio Calabria.

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