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Danilo Emo (Onda Orange): “Il Miramare, il patrimonio pubblico e il futuro di Reggio Calabria”

“L’Hotel Miramare è ufficialmente in vendita. Il Comune ha pubblicato il bando per l’alienazione dello storico immobile sul Lungomare con una base d’asta di circa 13,9 milioni di euro. È una cifra importante ma ciò che è in gioco è molto di più del valore economico di un edificio. Si tratta di una scelta che riguarda il futuro di Reggio Calabria. Il bilancio comunale 2025 ammonta a 709 milioni di euro, con un disavanzo ridotto a 191 milioni rispetto agli oltre 400 milioni del 2020. Sono numeri che raccontano uno sforzo di risanamento e una volontà di riportare la città in equilibrio ma vendere un bene come il Miramare appare come una scorciatoia che può tamponare i conti solo per un breve periodo, privando la comunità di una risorsa unica.

Il Miramare, peraltro, non è l’unico bene a essere messo all’asta. Fra i beni in vendita figura anche Il Girasole, altro pezzo di patrimonio pubblico mai davvero entrato in funzione. Questa sequenza di alienazioni sembra raccontare una gestione che non ha mai avuto una linea politica chiara sul destino dei propri immobili. Negli anni si è oscillato tra momenti di grande orgoglio, quando questi beni venivano presentati come simboli di rinascita e di riscatto cittadino, e momenti come questo, in cui diventano semplicemente voci di entrata per alleggerire il bilancio o addirittura emergenze nel momento in cui si è palesata l’evidente incapacità di gestirli.

Il Miramare, in particolare, era stato per un tratto della storia amministrativa recente indicato come un vanto per la città, il segnale che Reggio poteva recuperare i suoi spazi migliori e restituirli ai cittadini. È diventato poi caso giudiziario e oggi sembra solo un peso di cui liberarsi. Questa scelta racconta molto di ciò che è mancato in questi anni: lungimiranza e coraggio nelle proprie scelte. Lungimiranza nel capire che un bene pubblico, se gestito con intelligenza, non è una spesa da tagliare ma una risorsa che può generare valore e reddito nel tempo, offrendo benefici continui e coraggio di portare avanti le proprie scelte politiche, se davvero lo erano, perseverando con coerenza e senza cedere a soluzioni semplici.

Studi di economia urbana, da David Harvey a Elinor Ostrom, mostrano come la dismissione dei beni comuni porti spesso a un sollievo immediato per i bilanci pubblici, ma a un impoverimento strutturale a lungo termine. L’economista Mariana Mazzucato ricorda che le città non devono essere semplici amministratrici passive del proprio patrimonio, ma creatrici di valore. In quest’ottica, il Miramare e Il Girasole potrebbero diventare poli per attività culturali, turistiche e congressuali, capaci di generare reddito e attrattività per tutta la città.

La vera sfida non è vendere ma rigenerare e gestire. La strada potrebbe passare per concessioni a lungo termine, partenariati pubblico-privati con vincoli stringenti di valorizzazione, progetti culturali e turistici che trasformino questi spazi in motori di sviluppo, e forme di gestione partecipata che coinvolgano cittadini e operatori del territorio.

Vendere i beni pubblici è una scelta di breve respiro. Tenerli, rigenerarli e metterli a frutto è un atto di visione e di fiducia nella capacità di Reggio Calabria di crescere e produrre valore per i suoi abitanti. Il patrimonio comunale non è un peso, è un’opportunità. E un’opportunità non si vende, si costruisce”. Lo afferma in una nota Danilo Emo, esponente di Onda Orange.

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