Nel cuore del centro storico di Reggio Calabria, sorge una delle chiese più antiche della città, S. Maria della Cattolica dei Greci. Qui si si respira un clima di accoglienza e di fraternità, grazie al ministero di don Nino Ventura, trentasettenne sacerdote reggino, protopapa della parrocchia e assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi. Don Nino, sacerdote da dodici anni, è capace di entrare in dialogo con bambini, giovani e adulti, accompagnandoli in un cammino di fede e riscoperta dei valori autentici.
Il calore del sole, le campane a distesa, il cuore della gente. La parola che senti pronunciare più spesso, incontrando chi frequenta S. Maria della Cattolica dei Greci è casa. “Molti vanno via da Reggio – confida Ilenia, educatrice e membro dell’equipe diocesana di Azione cattolica – ma io ho scelto di restare. Il calore delle persone qui mi fa sentire a casa”. Le sue parole trovano conferma nelle voci dei più piccoli. “Per me questo luogo è come casa mia, soprattutto la domenica – spiega Alberta Maria, giovanissima scout Agesci – Qui ho tanti amici e il parroco ci fa compagnia”. E anche i capi scout riconoscono l’impatto educativo di don Nino: “Per noi dell’Agesci – racconta Elisabetta – è una guida spirituale, qualcuno che ti chiede di fermarti a riflettere per riscoprire i tuoi valori autentici”. Da tre anni e mezzo, don Nino è anche assistente diocesano dei ragazzi dell’Azione cattolica di Reggio Calabria – Bova. Continua pure ad essere segretario dell’arcivescovo, mons. Fortunato Morrone, e naturalmente parroco (protopapa, per l’esattezza) di S. Maria della Cattolica dei Greci. Questa chiesa in epoca bizantina fu il principale luogo di culto della città, anche se nel medioevo, con la latinizzazione del rito, perse di importanza, pur rimanendo concattedrale di rito greco. Dopo il sisma devastante del 1783 fu ricostruita in stile neoclassico, anche perché dal 1818 il protopapa non era più indipendente dal vescovado e ormai di bizantino la chiesa ha mantenuto solo il nome e il titolo. In questo contesto, don Nino parla del suo ministero come di una vera “archeologia umana”: “Per me essere prete spesso significa cercare di capire – spiega il sacerdote a Giovanni Panozzo nel video Archeologo dell’umano disponibile al link HYPERLINK “https://www.unitineldono.it/le-storie/reggio-calabria-sentirsi-a-casa-per-ritrovare-davvero-se-stessi”https://www.unitineldono.it/le-storie/reggio-calabria-sentirsi-a-casa-per-ritrovare-davvero-se-stessi – da dove deriva il bisogno di quanti mi cercano, perché sono venuti. Con delicatezza si prova a scendere in profondità, di strato in strato, nel cuore di uomini e donne che incontriamo. Ma c’è anche un lavoro inverso che va fatto su sé stessi, per capire come si possa essere utili alla dignità e alla verità di quella persona, che è emersa dagli strati che sono stati superati”.
Preti come don Nino non si rivolgono solo ai più abbandonati ma ad ognuno di noi. Quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà. Si affidano alla generosità delle comunità per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento. Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 21 settembre la Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero celebrata nelle parrocchie italiane.
I sacerdoti, oggi più che mai, rappresentano una risorsa fondamentale. Sono annunciatori del Vangelo nella concretezza della vita quotidiana, artigiani di relazioni autentiche, punti di riferimento per famiglie in difficoltà, anziani soli, giovani disorientati o in cerca di lavoro. Con discrezione e tenacia, offrono tempo, energie e ascolto costruendo reti di solidarietà e accompagnando percorsi di fede e rinascita.
“La Giornata Nazionale – spiega il responsabile del Servizio Promozione per il Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – richiama l’attenzione sull’importanza della missione dei sacerdoti, sulla bellezza del loro servizio e sulla corresponsabilità richiesta alla comunità cattolica. È un’opportunità per esprimere gratitudine verso uomini di fede, speranza e prossimità, che ogni giorno offrono la loro vita per il bene delle comunità. Sostenerli non è solo un atto economico, ma un segno concreto di appartenenza e partecipazione ecclesiale”.Spesso si crede, erroneamente, che l’obolo domenicale sia sufficiente a garantire il sostentamento del clero. Ma in molte realtà, queste risorse non coprono il necessario. “Fa riflettere il fatto che oggi le offerte deducibili a favore dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) – aggiunge Monzio Compagnoni – coprono meno del 2% del fabbisogno annuale complessivo. Dietro ogni sacerdote c’è una vita interamente dedicata agli altri. E ogni offerta, anche la più piccola, è un modo per dire ‘grazie’ e sostenere concretamente i nostri preti, permettendo loro di continuare ad essere presenza operosa nelle parrocchie”.
Don Nino lo sa bene: la sua vocazione si nutre anche del cammino vissuto insieme a tante associazioni e movimenti ecclesiali. “L’associazionismo e i movimenti sono un grande dono per me – sottolinea –. Camminiamo con lo stesso obiettivo, l’evangelizzazione. L’Azione cattolica, in particolare, ha segnato la mia vita: lì sono cresciuto, lì ho scoperto la mia vocazione, e oggi ritrovo la gioia di accompagnare piccoli germogli di speranza che nascono anche grazie al mio contributo”. Ed è proprio dalla sua formazione che nasce l’ultima riflessione, che guarda alla fede come speranza concreta: “La storia della Chiesa mi ha insegnato a leggere il presente con occhi capaci di riconoscere il Signore in ogni tempo. Essere Chiesa significa essere un popolo in cammino: spesso affaticato, ma sempre desideroso di seguire il Signore. La speranza non è una scommessa, ma un prestito fatto alla felicità. La certezza che, al termine del cammino, il Signore realizzerà le attese più vere del nostro cuore”.
Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità.
Le offerte deducibili, istituite con la revisione del Concordato, oltre quarant’anni fa, rimangono ancora oggi uno strumento poco conosciuto e sottoutilizzato. Nel 2024, secondo i dati diramati dal Servizio promozione sostegno economico CEI, le offerte raccolte, pari a 7,9 milioni di euro, hanno contribuito al sostentamento di circa 31.000 sacerdoti attivi nelle 226 diocesi italiane, inclusi 250 fidei donum – missionari in Paesi in via di sviluppo – e circa 2.500 sacerdoti anziani o malati che, pur avendo concluso il loro ministero, restano testimoni di una vita spesa per il Vangelo. L’ammontare raccolto, pur significativo, resta però lontano dai 522 milioni di euro necessari a garantire una remunerazione dignitosa – attorno ai 1.000 euro mensili per 12 mesi – a ciascun presbitero. Attraverso il sito HYPERLINK “https://www.unitineldono.it” \t “_new”www.unitineldono.it, è possibile effettuare una donazione in modo sicuro e semplice. Chi lo desidera, può anche iscriversi alla newsletter mensile per ricevere aggiornamenti e scoprire storie vere di sacerdoti e comunità che, da nord a sud del Paese, rendono visibile il volto della Chiesa che ama, accoglie e accompagna.