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“Costa Pulita”: 18 condanne in Cassazione

Sentenza della Corte di Cassazione per l’operazione Costa Pulita (troncone del rito abbreviato) scattata nell’aprile del 2016 contro i clan della costa vibonese. Il verdetto assume una valenza storica poiche’ per la prima volta viene riconosciuto giudiziariamente in via definitiva l’esistenza di due associazioni mafiose: il clan Accorinti-Bonavita di Briatico e il clan Il Grande di Parghelia. Le condanne in totale sono 18, 4 gli annullamenti con rinvio e altrettanti senza rinvio. Per Antonino Accorinti, riconosciuto quale capo dell’omonimo clan di Briatico la pena e’ di 12 anni di reclusione, mentre per Carmine Il Grande la condanna e’ di 8 anni e 8 mesi.

Prescrizione per il reato di corruzione elettorale per l’ex sindaco di Briatico (la cui amministrazione e’ stata poi sciolta per infiltrazioni mafiose), gia’ presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia. Per lui la caduta dell’aggravante mafiosa ha fatto finire il reato (confermato nella sua materialita’ in appello) in prescrizione gia’ nel secondo grado di giudizio. Un anno e 4 mesi e’ invece la condanna per l’ex sindaco di Briatico, Francesco Prestia, ritenuto responsabile del reato di corruzione elettorale. Sette anni di reclusione e’ la condanna per: Carlo Russo, di Zambrone; Giancarlo Lo Iacono, di Zambrone; Pasquale Prossomariti, di Santa Domenica di Ricadi. Queste le altre condanne piu’ alte: 6 anni e 8 mesi per Giuseppe Granato, imprenditore di Briatico; 7 anni e 7 mesi Antonio Accorinti (collaboratore di giustizia, figlio di Antonino); 6 anni e 4 mesi Gerardo La Rosa di Parghelia. Confermata l’assoluzione del boss di Limbadi Cosmo Michele Mancuso, in primo grado condannato a 10 anni e 8 mesi. (AGI)

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