di Paolo Ficara – Tre punti pesanti, a prescindere da come siano arrivati. Dalla gara tra Igea Virtus e Reggina è scaturito il risultato che in molti si aspettavano. La prestazione degli amaranto, tuttavia, potevano aspettarsela in pochi. Così povera di contenuti tecnici. Rosario Pergolizzi, in sala stampa, ha parlato di gara equilibrata. Forse nel tentativo di giustificarsi. In realtà, la partita non può definirsi equilibrata. Così come il risultato non può definirsi bugiardo, a prescindere da come sia maturato.
Da un lato c’è stata infatti una squadra che non ha fatto nulla per vincere la partita, e che è riuscita a segnare senza praticamente tirare in porta: ed è l’Igea Virtus. Di contro, si è vista una squadra che ha provato a vincere fino all’ultimo; una squadra che alla fine è riuscita a vincere; una squadra che non sa nemmeno lei come abbia fatto a vincere; una squadra che, in caso di pareggio, avrebbe solo potuto prendersela con sé stessa.
E questa squadra è sicuramente la Reggina.
Una Reggina che dovrà capire a cosa poter porre rimedio, in settimana. Dalla cintola in su, si è vista una Reggina senza un regista, senza un’ala e senza un centravanti. Due di queste “caselle” potranno essere riempite da Porcino e Barranco. Dopodiché, al cospetto di un’Igea Virtus che non è apparsa superiore rispetto alle formazioni di Eccellenza affrontate in precampionato, c’è da capire il motivo per cui i quattro o cinque palloni transitati dall’area piccola abbiano seminato scompiglio.
Il tema portiere si apre in automatico, dopo l’uscita a vuoto di Lumia valsa il momentaneo 1-1. E vista anche la presenza a libro paga di Miguel Martinez, il quale evidentemente non si è preso di carattere con il tecnico. Esistesse una società degna di questo nome, li avrebbero già fatti sedere attorno ad un tavolo. Per chiarirsi, prima di prendere gol evitabili.
Tuttavia c’è da capire se esista anche un problema di “comando” della difesa. Che può essere risolto anche da un avvicendamento tra i pali, se il portiere è carismatico. Ma a prescindere se si giochi a tre o a quattro dietro – Pergolizzi a Barcellona ha cambiato e ricambiato spesso – è necessario un elemento dotato del giusto temperamento per guidare i compagni, decidendo se e quando intervenire sui palloni vaganti.
Nonostante la Reggina vista al “D’Alcontres” lasci più dubbi che certezze sulla consistenza dei vari reparti, domenica 15 settembre ci sarà comunque una grande opportunità. Riuscire a piegare la Scafatese al “Granillo”, significherebbe andare a +3 proprio sui campani oltre che sul Siracusa, sconfitto contro pronostico a Sambiase. La Reggina è la nostra, la Serie D brucia a noi: non siamo favoriti per ottenere la promozione, ma domenica prossima non dovrà mancare il massimo sostegno.
Invitando dunque la gente a presenziare al “Granillo” per un match di cartello, la nostra idea sugli attuali occupanti non cambia di una virgola. Anzi. Per spegnere le polemiche di questi giorni attorno alle celebrazioni mariane, suggeriamo una soluzione geniale: Fedez si compra la Reggina, mentre il trio Ballarino-Minniti-Praticò va ad esibirsi a piazza Indipendenza. Anche senza autotune.