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Città Unica, Caligiuri e Petrone (Pd): “Legge Calabria è roba da Repubblica delle Banane”

“Nessuna novità nel  Consiglio regionale di ieri. Senza nessuna modifica ha approvato la norma che autorizza il presidente della Giunta regionale ad indire il referendum consultivo per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero.
Resta il percorso, lesivo del diritto all’autodeterminazione dei cittadini e dei consigli comunali, che ha abolito il referendum vincolante e cancellato il potere di autodeterminazione dei comuni.
Il cosiddetto documento fatto approvare a margine della seduta di ieri che propone di avviare il nuovo ente  a febbraio del 2027 non ha alcuna efficacia legislativa.
Quel documento è solo una foglia di fico utile a coprire e legittimare l’ impostazione che il centrodestra ha dato sin dall’inizio a questo progetto di fusione.
In sostanza, con la decisione di ieri è entrata nella fase attuativa la legge che utilizza la fusione come pretesto per assegnare al Presidente della Regione il potere di scioglimento dei comuni. La fusione è tale soltanto se proposta dai consigli comunali interessati. In assenza di un processo che parte dal basso è solo un’imposizione da parte della Regione, funzionale allo scioglimento dei comuni. La legge nazionale indica espressamente quali sono le cause per cui solo il Presidente della Repubblica può esercitare il potere di sciogliere un comune. Il Consiglio regionale della Calabria, invece, si inventa un’altra motivazione, quella della imposizione della fusione, per estendere quel potere del Presidente della Repubblica a quello della Regione. Davvero roba da Repubblica delle banane. Ribadiamo fino alla noia: come PD siamo pienamente d’accordo all’istituzione della città unica. È il centrodestra che, soprattutto nel precedente decennio, ha impedito che si andasse in questa direzione. Dopo il Consiglio regionale di ieri, però, le nostre preoccupazioni aumentano rispetto al modo come si vorrebbe istituire la città unica. Più che la nascita di un nuovo Comune, stante così le cose,  si persegue solo un’estinzione delle attuali municipalità. Del resto, non si può non diffidare fino a quando dalla Regione si continua ad evadere la risposta alla domanda del perché la città unica di Cosenza non può essere fondata sulla base della stessa legge che ha presieduto il procedimento di fusione di Corigliano Rossano e di Casali del manco. Invece per Cosenza, Rende e Castrolibero si vuole applicare una sorta di “codice  Occhiuto” affinché la Calabria possa essere l’unica Regione d’Italia a prevedere di fare una fusione tra Comuni in contrasto con la Carta costituzionale e la legislazione nazionale vigente”. Lo affermano in una nota Rosi Caligiuri, segretaria circolo PD Cosenza e Gabriele Petrone, presidente circolo PD Cosenza.
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