“Nel settantunesimo della Rivolta operaia di Berlino Est del 17 giugno 1953” è il titolo della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Nel corso della giornata di studi, organizzata dal sodalizio reggino, saranno oggetto di analisi diverse cifre, relative agli eventi che si svolsero nella parte orientale della Germania. Il nuovo incontro, predisposto dal sodalizio culturale organizzatore, ha registrato la presenza, in qualità di relatore, di Gianni Aiello, Presidente del sodalizio organizzatore. Si tratta di una serie di indagini, scaturite da pazienti ed articolate ricerche, su testi e documenti archivistici, condotte dall’intervenuto.Nel maggio 1953 il Politburo del Partito di Unità Socialista di Germania (SED) innalzò le quote di lavoro dell’industria tedesca orientale del 10 percento.Il 17 giugno 1953 scoppiano moti operai nella Germania dell’Est.Essi si verificarono tra il mese di giugno e quello di luglio del 1953 quando uno sciopero dei manovali edili si trasformò in una rivolta contro il governo della DDR. I tumulti a Berlino, il 17 giugno vennero repressi con la forza dal Gruppo di forze sovietiche in Germania.Il 16 giugno, una sessantina di operai edili di Berlino Est iniziarono a scioperare quando i loro superiori annunciarono un taglio di stipendio in caso di mancato raggiungimento delle quote. La loro dimostrazione il giorno seguente fu la scintilla che causò lo scoppio delle proteste in tutta la Germania Est. Lo sciopero portò al blocco del lavoro e a proteste in praticamente tutti i centri industriali e le grandi città del Paese.La storiografia moderna, dopo l’aperura degli archivi avvenuta con l’abbattimento del regime comunista, ha potuto constatare che si è trattato di una vera e propria rivolta popolare, a cui parteciparono ampi strati della società. Un movimento di massa che mise alla prova persino l’esistenza stessa della Repubblica democratica tedesca. A salvarne le sorti, come in seguito sarà per i fatti di Ungheria del 1956 e quelli di Praga del 1968, sarà l’intervento armato delle truppe sovietiche, che culminò in un bagno di sangue.
La rivolta del 17 giugno iniziata a Berlino, dilagò all’intera Repubblica Democratica Tedesca e solo nel 2004, grazie all’accesso a documenti secretati fino l’abbattimento del Muro di Berlino, si è potuti arrivare alla scoperta che furono almeno 55 vittime, tra cui 4 donne.Il fatto che le masse operaie e la popolazione potessero rivoltarsi contro la guida del Paese, mettendone in discussione le decisioni, fu uno shock per la classe politica della neocostituita DDR, la Repubblica Democratica Tedesca. Una rivolta iniziata come protesta per il basso tenore di vita, lontano dal quello della Repubblica Federale, che si trasformò in una vera e propria sommossa con rivendicazioni di ordine politico. L’intervento dei carri armati sovietici pose fine ai disordini e anticipò uno scenario destinato a ripetersi negli anni successi in altri Paesi facenti parte del Patto di Varsavia: nel 1956 a Budapest e nel 1968 a Praga.In memoria dei moti nella Germania Est, la Germania Ovest dichiarò il 17 giugno come festa nazionale (fino al 1990, quando venne sostituito dal 3 ottobre, data della formale riunificazione), e la Charlottenburger Chaussee che attraversava Berlino Ovest venne ribattezzata Straßedes 17. Juni.Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi da parte di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì 17 giugno.