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Pensioni, rapporto ‘Itinerari previdenziali’: “Stato trasferisce a ogni abitante del Sud 886 euro l’anno, contro i 364 del Nord”. Calabria prima per indennità di malattia e maternità

Nel 2021 il totale delle entrate contributive Inps relative al comparto lavoratori del settore privato e’ ammontato a 148,58 miliardi; nello stesso anno le uscite totali per prestazioni sono state pari a 182,542 miliardi, con un aumento sul 2015 di 5,59 miliardi, pari al 3,16%. Lo evidenzia il rapporto “La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziale italiano” di Itinerari previdenziali, secondo cui in rapporto alla popolazione residente, ogni abitante del Nord versa 3.461,11 e riceve 3.825,52 euro l’anno, il Centro paga 2.525,14 euro e ne prende 3.056,60, il Sud paga 1.186,33 euro e ne riceve 2.072,04.

Rapportato alla popolazione – spiega lo studio – significa che lo Stato, per il solo sistema pensionistico, trasferisce a ogni abitante del Sud 886 euro l’anno contro i 531 del Centro e i 364 del Nord: i trasferimenti piu’ rilevanti vedono come beneficiari al Nord i liguri (-1.389,16 euro per abitante) e i piemontesi (-1.230,21euro) e la regione a statuto speciale Valle d’Aosta (- 1.157,75); al Centro gli umbri (-1.159,73 euro) e al Sud i calabresi (-1.288,78 euro), i molisani (-1.123,01 euro) e i pugliesi (-1.025,92 euro). La ripartizione per macroaree non presenta grandi variazioni rispetto agli anni precedenti, “segnale – spiega Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali – di una situazione statica che caratterizza soprattutto le regioni del Mezzogiorno che, inoltre, hanno beneficiato di elevate forme di assistenza e defiscalizzazione degli oneri sociali. L’analisi delle prestazioni temporanee mostra, infatti, un ulteriore deterioramento della situazione produttivo-occupazionale evidenziato dall’uso intensivo di ammortizzatori sociali, come disoccupazione agricola e non agricola, CIG nelle sue varie forme, NASpI e indennita’ di maternita’ e malattia”.

“Nonostante il tasso di occupazione nel Nord (68,1%) sia di 21,4 punti superiore a quello del Mezzogiorno (46,7%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,3%) sia quasi tre volte quello del 4 Nord (5,1% al primo trimestre 2023), il Sud assorbe la stessa percentuale di prestazioni temporanee del Settentrione”.

Ad esempio, la Calabria primeggia per indennita’ di malattia e maternita’ e consuma oltre la meta’ delle integrazioni salariali agricole (2,9 miliardi su un totale Italia di 5,4); la Sicilia riceve per NASpI, disoccupazioni e integrazioni salariali, 1,4 miliardi ed e’ seconda per trattamenti di famiglia.

Il rapporto valuta poi quanto hanno inciso sul debito pubblico i disavanzi previdenziali. “Calcolando l’incidenza in moneta 20211 il sistema Inps evidenzia un disavanzo cumulativo di periodo pari a 1.479,513 miliardi di euro, al quale si somma quello prodotto dalle gestioni dei dipendenti pubblici (344,73 miliardi di euro), per un totale di 1.824,243 miliardi, pari al 68,1% dell’intero debito pubblico italiano. Sulla base dei saldi tra entrate e uscite per prestazioni in moneta 2021 ottenuti da ogni singola Regione, e’ inoltre possibile stimare una specie di “stato patrimoniale” regionale e, di riflesso, quanto ciascuna Regione abbia contribuito alla formazione del debito pubblico nazionale”.

Le uniche regioni ad avere un saldo positivo – sottolinea il Rapporto – sono la Lombardia che avrebbe costituito un attivo di 38,2 miliardi di euro e il Trentino-Alto Adige con 2 miliardi di euro.

Per tutte le altre regioni emergono incrementi del deficit: in particolare la Sicilia presenta uno stock di debito, in moneta 2021, pari a 228,2 miliardi di euro, seguita dalla Campania (193,8 miliardi) e dalla Puglia (190,2 miliardi); pesanti anche le situazioni di Piemonte, Calabria e Toscana, che presentano rispettivamente 161,4, 118,5 e 117,5 miliardi di disavanzo cumulato. Ripartendo il disavanzo in moneta 2021 per le tre aree geografiche del Paese, il Mezzogiorno con 20 milioni di abitanti produce il 59,9% del deficit totale; il Centro (11,8 milioni di abitanti) assorbe il 15,3%, mentre il Nord (27,5 milioni di abitanti) concorre per il 24,3%.

A livello pro-capite, nonostante l’attivo della Lombardia, il Nord presenta un debito in moneta 2021 di 13mila euro per ogni cittadino, il Centro di 19mila euro circa e il Sud di oltre 44mila euro.

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