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“Io, sfruttato dal sistema di lavoro interinale di Luca Gallo”: la denuncia choc sul presidente della Reggina

Luca Gallo 24 mardi Claudio Cordova – La Reggina sarà penalizzata. Ne è consapevole anche il presidente Luca Gallo. Il mancato versamento delle somme Inps e Irpef comporta infatti due punti di penalizzazione. Nel periodo in cui le dichiarazioni dovevano essere effettuate, il presidente Gallo fu colto da un malore. Così, la società ha spiegato il mancato adempimento (leggi qui). 

Questa la versione ufficiale. Secondo alcuni, invece, il patròn non avrebbe fatto altro che riproporre nella società amaranto quanto farebbe con la sua azienda, che somministra lavoro a condizioni che anche atti parlamentari definiscono quanto meno sospette.

Lavoro, così come sancito dalla nostra Costituzione o sfruttamento di risorse umane, di fatto assimilate a carne da macello da gettare sul mercato, senza alcuna garanzia? Questo sarebbe il meccanismo messo in atto dalle aziende di lavoro interinale gestite dal presidente della Reggina, Luca Gallo. In particolare la società M&G Holding srl.

Ma c’è chi si ribella.

Ha deciso di farlo ormai circa due anni fa. Ha deciso di raccontarlo dopo che Il Dispaccio, nelle scorse settimane, si è occupato della galassia di cui Gallo sarebbe il dominus.

Leggi qui l’articolo: https://ildispaccio.it/dossier/277589-il-sistema-di-scatole-cinesi-delle-aziende-di-luca-gallo-anche-a-reggio-calabria-e-infiltra-la-reggina 

Lui si chiama Marco Miceli. All’inizio del 2019 viene contrattualizzato dalla M&G e inizia a lavorare presso una centralissima griglieria di Reggio Calabria. Miceli ha anche presentato due esposti, uno alla Procura della Repubblica e uno all’Ispettorato del Lavoro, per denunciare lo sfruttamento di cui sarebbe stato vittima.

Tanto dalla M&G Holding Srl, quanto dall’azienda che gestisce la braceria. La maggior parte dei dipendenti, compreso Miceli, firma un iniziale contratto di tre mesi con la M&G Holding che è stato rinnovato per altri 3 mesi quindi fino al 31/8/2019. Il primo trimestre di lavoro viene, seppur con qualche ritardo, saldato dall’azienda che gestisce il locale. La braceria, infatti, sull’onda della novità, lavorava a getto continuo.

Ma ben presto arrivano i problemi. Verso la fine del primo trimestre, la mole di lavoro cala e, con essa iniziano ad arrivare i ritardi. O, anche, di più. La società, infatti, avrebbe iniziato a trattenere gli stipendi e, nel caso di Marco, anche gli assegni familiari. Ed ecco la solita, odiosa, pratica che, probabilmente, accomuna tante aziende del territorio: la diminuzione degli importi di tutte le buste paga, riconoscendo la somma eccedente in contanti: “In modo da abbassare così la parcella della M&G holding riuscendo forse a onorare le nostre spettanze” spiega Miceli.

I contratti, quindi, vengono decurtati. E i dipendenti si trovano costretti ad accettare, per non incorrere in un licenziamento. L’ultima mensilità regolarmente pagata dalla M&G holding sarebbe del maggio 2019. Ad oggi, la M&G Holding non ha ancora saldato tre mensilità al lavoratore. Ma non solo, anche gli assegni familiari per l’intero periodo contrattuale, le buste paga degli ultimi 4 mesi mai inviate. Ma c’è di più, secondo quanto denunciato da Miceli sarebbe emerso che la M&G Holding non ha versato i contributi spettanti per l’intero periodo. E anche i contributi, nell’arco di qualche mese, risultano quasi dimezzati.

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Non è la Reggina di inizio 2022. Quella che non avrebbe adempiuto agli obblighi per le difficili condizioni di salute di Gallo. Ma il meccanismo sembrerebbe lo stesso: “Lui fonda tutto il suo potenziale mediatico grazie a quelli come me che si distruggono lavorando” ci dice Marco Miceli. Che rincara la dose: “Tutto il potere che ha e di cui si vanta è perché ha sfruttato chiunque nella sua vita. Perché cos’altro fa uno che non paga il tfr e che si nasconde dietro i suoi incaricati mandati avanti come agnelli sacrificali?”. Al lavoratore, quindi, sarebbero stati trattenuti il trattamento di fine rapporto, ma anche le ferie e i permessi mai goduti e mai computati in alcuna busta paga.

Innumerevoli – stando al racconto di Marco – i tentativi di mettersi in contatto con gli uffici della società per cercare una soluzione in merito, sia tramite i miei legali, sia tramite mail personali o chiamate. E anche la successiva assunzione con la società che gestisce la braceria le cose non cambiano.

Alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Miceli ha chiesto di accertare eventuali responsabilità penali. Ad oggi, però, nessun riscontro è arrivato dal sesto piano del Cedir: “Questa situazione va avanti dal 5 di maggio del 2020 – dice al Dispaccio – e quindi è abbastanza impegnativo”.

L’indagine, comunque, sarebbe ancora in corso. Pur avendo richiesto di essere informato in caso di archiviazione della denuncia, né Marco, né il suo avvocato hanno ricevuto comunicazioni dall’Autorità Giudiziaria. E’ ragionevole, quindi, pensare che gli accertamenti siano ancora in corso. Ma di risposte ne arrivano poche: “Ormai non so più che pensare” aggiunge Marco. “Non credo sia una cosa normale che passino anni per arrivare alla conclusione delle indagini. Questo non ha senso, ormai non lo faccio più neanche per i soldi”.

Sì, perché, nel frattempo, la vita scorre: “Da quella data ad oggi io ho dovuto sobbarcarmi tantissimi debiti, mi sono separato l’anno scorso, anche per questa situazione” dice ancora Marco.

Una delle poche risposte a Marco Miceli arriva dall’Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria. Dopo la, sua segnalazione, infatti, l’Ispettorato fa partire le sue denunce sulla M&G: “Dagli accertamenti è emerso che di fatto ha sempre effettuato prestazioni lavorative eccedenti l’orario contrattuale, in misura pari a 10 ore giornaliere in media, inizialmente su 6 giorni; da aprile ad agosto 2019 articolate in prevalenza su 7 giorni a settimana.

E Marco sarebbe solo uno dei tanti in questa situazione. Ma anche uno dei pochi a denunciarlo e raccontarlo: “Il problema di tanti è che non sono mai usciti da questa terra e accettano condizioni che non sono da schiavitù. Ma peggio. Qui tu lavori e devi ringraziare che lavori”. Sfruttato da un sistema che stritola. Senza risposta da parte delle Istituzioni. Cosa resta, quindi? “La mia paura – ci dice ancora Marco Miceli – è che le due società vengano messe in liquidazione e ‘ciao ciao’. Con Gallo questo rischio c’è…”.

Lo stesso Ispettorato del Lavoro, con riferimento alle rivendicazioni economiche di Miceli, ha proceduto a una diffida accertativa per crediti patrimoniali, alla luce di una ipotesi di somministrazione fraudolenta. Ma – come ci spiega anche il suo legale – Marco è ancora in attesa del provvedimento esecutivo dell’Ispettorato del Lavoro

Insomma, il meccanismo sarebbe sempre quello, già denunciato tramite le colonne del Dispaccio. Sfruttamento del lavoro, contributi e Tfr non pagati. Proprio come avvenuto, recentemente, per la Reggina. A causa, come sostenuto dallo stesso Gallo, delle sue precarie condizioni di salute.

Ma nel periodo del presunto sfruttamento da parte della M&G Holding ai danni dei lavoratori, Gallo sembrava in splendida forma…

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