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Omicidio dell’imprenditore Migrone, tre arresti dopo 22 anni: la vendetta dietro il delitto. Smantellata la locale di Cirò

A distanza di oltre vent’anni, spunta una svolta nel caso dell’omicidio di Francesco Migrone, l’imprenditore ucciso il 9 aprile 2003. Tre delle 18 persone arrestate questa mattina dai Carabinieri di Crotone sono accusate di essere i responsabili del delitto: si tratta di Giuseppe Spagnolo (56 anni), Martino Cariati (45) e Franco Cosentino (51).

Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla DDA di Catanzaro, l’omicidio sarebbe maturato in un contesto di vendetta personale, legata a presunte molestie che Migrone avrebbe rivolto a uno degli arrestati. Un regolamento di conti, dunque, che avrebbe avuto un peso all’interno di una più ampia dinamica criminale.

Le restanti 15 persone arrestate sono accusate di associazione mafiosa: secondo gli investigatori, facevano parte della “locale di Cirò”, una struttura di ‘ndrangheta già duramente colpita in passato dalle operazioni “Stige” e “Ultimo Atto”, ma che avrebbe mostrato una sorprendente capacità di riorganizzazione. L’indagine ha inoltre coinvolto altri tre indagati, per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora.

La consorteria, nonostante gli arresti precedenti, avrebbe continuato ad operare grazie al contributo di veterani, nuove leve e familiari degli affiliati detenuti. Le attività criminali si estendevano tra Crotone, Cirò, Strongoli e Cariati, dove il gruppo avrebbe portato avanti una lunga serie di estorsioni ai danni di imprese, commercianti, ristoratori e titolari di stabilimenti balneari.

Nel mirino anche le opere pubbliche finanziate dal PNRR, che sarebbero state sottoposte a richieste estorsive. Le indagini hanno inoltre documentato tentativi della cosca di condizionare le aste giudiziarie, escludendo gli imprenditori “non graditi” con atti di intimidazione e danneggiamento.

L’inchiesta si è sviluppata grazie alle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia e a complesse attività investigative, tra cui intercettazioni e pedinamenti, che hanno permesso di ricostruire una rete criminale ancora attiva e determinata a esercitare un controllo capillare sul territorio e sull’economia locale.

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