Il dramma di “Antigone – uno sguardo senza tempo” rivivrà sul palcoscenico del Teatro “A. Rendano” di Cosenza il prossimo 20 Maggio dalle ore 20.30. Il progetto teatrale delle Officine Teatrali Telesiane, concepito sulla straordinaria figura della figlia di Edipo, capace di incarnare la forza dell’amore e il contrasto tra leggi divine e leggi umane, nasce dalla proficua collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria e con la docente di Lingua e Letteratura greca e Letteratura teatrale greca presso il DiSU dell’Unical, Adelaide Fongoni. Con la partecipazione straordinaria del Laboratorio Teatrale del Convitto Nazionale.
Antonello Lomabardo, docente del Liceo, regista e direttore artistico delle Officine Teatrali Telesiane ha dichiarato alla stampa: «È stata necessaria la sospensione di un biennio, prima di vedere rifiorire la vita in tutti i suoi aspetti fra cui quello artistico. E così le Officine Teatrali Telesiane hanno ritrovato il loro battito vitale, potendo riprendere il loro percorso dal punto in cui si era arrestato. Dopo le precedenti stagioni, che hanno consentito di ricevere consensi e repliche con la messa in scena di “Baccanti”, “Edipo da Tebe a Colono”, “Orestea”, “Ippolito e Fedra”, “Medea”, è stato possibile aggiungere – ha continuato Lombardo – proprio l’Antigone di Sofocle nel firmamento tragico del Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza, assurto a un’ideale “Siracusa bruzia” per il Teatro greco. Nel mio confronto con la tragedia greca, che mi ha consentito di interagire e reinterpretare il mondo concettuale dei più grandi tragediografi, – ha spiegato il regista – ho riscontrato in Sofocle le corde giuste a cui attingere, per proporre con vis icastica il tratto incisivo della riflessione sul mistero cosmico che attanaglia l’uomo. Come in precedenza Edipo a Tebe e, poi, a Colono, ora Antigone è quel personaggio sofocleo, che ben rappresenta la profondità dell’io tra agire e patire, nel velo inestricabile del dramma individuale, vissuto in solitudine ma in chiave universale. Il pathos classico della tragedia sofoclea mi ha permesso di ricorrere alla sua vena ispirata dal filone esistenzialista, per fonderla con i risvolti del nostro tempo a conferma che <<il classico ha sempre qualcosa da dire>>, come Calvino efficacemente ricorda. Questo e altro rappresenta l’infaticabile attività delle Officine Teatrali Telesiane – ha concluso il docente – fortemente voluta dal nostro Dirigente Scolastico, l’Ing. Antonio Iaconianni, e lietamente accolta con entusiasmo dal sottoscritto, a cui ne è stata affidata la direzione affiancata dal lavoro appassionante di regista per il quale mi sono avvalso della collaborazione di colleghi e amici quali la Prof.ssa Adelaide Fongoni, attualmente distaccata presso il Dipartimento di Studi Umanistico dell’Università della Calabria, il Professor Pierluigi Pedretti, il Prof. Flavio Nimpo e, fino all’anno scorso, la Prof.ssa Marta Leonetti. Il lavoro svolto in tutti questi anni ha confermato puntualmente che il teatro è vita e formazione, cultura e interazione, mondo nel mondo capace di svelare risorse e orizzonti».
Adelaide Fongoni, responsabile scientifico del Progetto teatrale “Antigone: il conflitto tra autorità e potere tra la Grecia classica e la Magna Graecia”, finanziato dalla Regione Calabria, in collaborazione con il Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza, ha, poi dichiarato: «Al progetto partecipano le studentesse iscritte al Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Antichità: Giovanna Bruno, Adelaide Calarota, Rosa Ciardullo, Adele Criscuolo, Rachelina Giorno, Raffaella Filosa, Federica Moretti e Cristina Nudo, coordinate dalla sottoscritta. Il loro coinvolgimento è previsto in un’ottica di collaborazione scientifica sul tema del teatro antico e di orientamento nei riguardi degli allievi del Liceo “B. Telesio” da parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria. La classicità – ha continuato la docente – è una palestra per approcciarsi alle diverse identità e all’articolazione del mondo. Studiare i Greci e i Latini serve a mettersi in gioco e a diventare contemporanei di chi ci ha preceduto e di chi vive con noi l’avventura dell’esistenza. Il liceo classico si caratterizza per l’ampia possibilità di scelta al termine degli studi: dal classico ci si iscrive a Medicina come a Ingegneria, a Lettere come a Matematica, perché – come diceva Gramsci – il greco e il latino non sono materie in sé, ma metodi formativi che insegnano a pensare. Gli studenti vivono, infatti, tra i 13 e i 18 anni un tempo importantissimo, un tempo di formazione durante il quale acquisiscono le basi per una conoscenza specialistica, che sarà poi compito dell’università sviluppare e perfezionare. E, – ha concluso Fongoni – in un mondo del lavoro estremamente mutevole, legare le proprie competenze ad un unico ambito, senza esercitare il cervello alla costante evoluzione e alla capacità di rimodularsi all’interno di differenti contesti, diventa un rischio altissimo. In tale ambito di studi, il teatro offre un’occasione straordinaria per educare ad un’autentica vita emotiva».
Infine il dirigente, ing. Antonio Iaconianni nel concludere la presentazione dell’evento alla stampa ha dichiarato: «Un testo teatrale non va mai semplicemente recitato, ma interpretato. Alla parola va dato il giusto corpo, il giusto rilievo, e per questo essa deve ricevere la giusta intonazione e deve essere accompagnata e rafforzata dal linguaggio del corpo. E’ quello che magistralmente faranno i nostri studenti il prossimo 20 maggio. Tutto questo – ha continuato il Preside – può essere riassunto nel termine “espressività”. Nel fare teatro un ragazzo può sperimentare il senso profondo dell’espressività delle parole, cosa che, nelle altre dimensioni della vita, e soprattutto a scuola, sfugge. Mi associo nei ringraziamenti a quanti citati precedentemente dai docenti Fongoni e Lombardo che ringrazio entrambi di cuore per la loro dedizione, generosità e passione e ringrazio anche la prof.ssa Silvana Gallucci che curerà l’accoglienza al teatro. Appuntamento allora – ha concluso Iaconianni – a tutti i cosentini al teatro per ripartire con più entusiasmo dopo la pandemia e per riprendere un dialogo soprattutto con le giovani generazioni che hanno bisogno anche di momenti di altissima cultura come quello che noi del Telesio offriamo anche con la nostra attività teatrale!»