“Ci sono alcune piccole migliorie che possono essere messe in campo. E credo che potremmo farlo a breve. Ma credo, soprattutto, che un appuntamento come questo ci racconti come la mafia si combatte insieme. Il contrario della solitudine è la vittoria sulla mafia”.
A dirlo la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo a margine del convegno nazionale “La legislazione antiracket antiusura: criticità e punti di forza”, promosso dalla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane, in collaborazione con FAI Reggio Calabria.
“Oggi – ha proseguito – siamo in una condizione in cui bisogna essere anche più rapidi delle organizzazioni criminali, e non sempre la macchina burocratica ce lo permette. In queste ore sto seguendo la storia delle vedove Luciani di San Marco in Lamis che hanno ovviamente avuto tutte le sentenze a loro favore e hanno quindi diritto a tutti i benefici. Purtroppo ci sono date che non coincidono. Questioni burocratiche che rallentano un percorso. Questo credo che non debba più avvenire”. “L’impalcatura delle norme antiracket e antiusura – ha detto Mariagrazia Nicolò, commissaria straordinaria per le iniziative antiracket e antiusura – è, per me, solida ed efficace. Sono delle norme che risalgono al 1996/1999. Sicuramente le strategie della criminalità organizzata si sono in parte modificate, forse bisogna in qualche modo procedere ad individuare ed inserire all’interno delle norme degli strumenti nuovi, come abbiamo fatto da poco con l’inserimento dell’esperto che possa sostenere la vittima di usura dopo il riconoscimento”.
LIBERAZIONE BRUSCA. “Non condivido i giudizi espressi in questi giorni sulla legge sui collaboratori di giustizia. È una legge che ci ha permesso di smantellare Cosa nostra. Non a caso, quest’anno ricorrono i 40 anni del maxiprocesso” ha detto la presidente della Commissione parlamentare antimafia, che ha aggiunto: “E proprio attraverso i primi collaboratori di giustizia – ha aggiunto – noi abbiamo scoperto come funzionava la mafia, chi erano i capi mandamento. Tante cose che senza i collaboratori di giustizia non avremmo potuto sapere. Certamente i collaboratori di giustizia rimangono carnefici e gli eroi rimangono eroi. E soprattutto questi carnefici anche una volta liberi non devono poter sbeffeggiare le vittime. Il mio impegno sarà quello di continuare a difendere chi vittima è sempre stato”.