“È nostro dovere istituzionale, oltre che fonte di arricchimento umano, la creazione di percorsi personalizzati per la gestione assistenziale di pazienti con disabilità psichica e relazionale. Un ospedale deve saper accogliere chi è più fragile.”
Con queste parole il Commissario Straordinario, dott.ssa Tiziana Frittelli, ha presentato il progetto TOBIA-DAMA al gruppo di lavoro aziendale, costituito, tra gli altri, dal Direttore Sanitario Aziendale, Dr. Salvatore Costarella, e dal Direttore Medico di Presidio, Dr. Matteo Galletta. L’incontro è stato guidato dal dott. Stefano Capparucci, fisioterapista, che ha avviato il modello presso l’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, mutuando quanto realizzato a Milano da Filippo Ghelma con il progetto DAMA (Disabled advanced medical assistance).
“TOBIA è l’acronimo di Team Operativo Bisogni Individuali Assistenziali e rappresenta un progetto ambizioso per garantire giustizia ed efficienza, attraverso la realizzazione di un modello operativo di cura in situazioni complesse” spiega il dott. Capparucci. “Si tratta di pazienti con disabilità psichica e relazionale che necessitano di un lavoro d’equipe che coinvolga operatori sanitari, rappresentanti dell’associazionismo e caregiver attraverso un sistema basato sulle 3 A: Ascolto, Accoglienza e Accompagnamento”.
Il progetto mira a costruire percorsi ambulatoriali, di Pronto Soccorso e di ricovero per soggetti affetti da disabilità psichica e relazionale, attraverso un team che si faccia carico del paziente dal triage telefonico all’accompagnamento in ogni momento del percorso di cura, in un ambiente che possa essere il più possibile confortevole. Il modello tende inoltre ad affrontare le disuguaglianze rilevate dall’ultimo rapporto globale sull’equità sanitaria per le persone con disabilità dell’OMS, secondo cui molte persone con disabilità corrono il rischio di morire fino a 20 anni prima rispetto alle persone senza disabilità, proprio a causa di un mancato accesso alle cure determinato da fattori evitabili.
TOBIA prevede infatti protocolli personalizzati “All in one time, all in one space” per realizzare l’accomodamento ragionevole, principio sancito della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che consiste in modifiche e adattamenti che consentano alle persone con disabilità di esercitare i propri diritti e le proprie libertà fondamentali.
L’invito è quello di portare nella pratica quotidiana il pensiero di Don Lorenzo Milani: “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”.
Il prossimo step sarà la realizzazione di una prima sessione formativa per il gruppo di lavoro aziendale.