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Il 2023 delle imprese artigiane calabresi, Ascioti: “Solo in provincia di Reggio Calabria oltre 1.200 posti di lavoro a rischio”

Una Calabria che vive sempre sospesa tra le enormi potenzialità e aspettative e le criticità che, anche per il 2023, vengono tratteggiate dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Calabria. Dopo i difficili mesi di pandemia da Covid-19, la nostra regione prova a ripartire, anche per quanto concerne la produttività locale. Anche se il PIL resta al di sotto del livello pre-pandemia. Ne abbiamo parlato con il presidente di Confartigianato Reggio Calabria, Salvatore Ascioti.

La Calabria ha superato definitivamente la pandemia?

Oggi possiamo dire che lo shock impresso dal periodo del Covid è stato riassorbito. Siamo tornati alla media degli ultimi quindici anni in tutta la regione e anche nella nostra provincia. Per l’artigianato il tasso di crescita 2022 si attesta al +0,60%, con valori più elevati registrati per le province di Vibo Valentia, che è al +1,16%) la nostra, quella di Reggio Calabria, che è al +1,05%.

La situazione economica internazionale e nazionale è molto instabile. In che modo tutto questo può ripercuotersi sull’economia calabrese?

Nel 2022 il PIL della Calabria è aumentato dell’1,8%. Nel 2023, invece, prevediamo che possa il trend possa rallentare. Le nostre stime si aggirano attorno allo 0,9%. Siamo ben al di sotto del livello pre-pandemia, con un -3,8%. Purtroppo vi sono molte variabili e molti fattori di incertezza, che rischiano di acuire questo stato di criticità.

Di cosa parla?

Innanzitutto l’inflazione che a gennaio 2023 in Calabria segna un incremento del +9,7%. E’ vero che va meglio rispetto al precedente rilevamento, che ci assestava al +11,2%. Ma il dato è ancora troppo alto. Siamo sopra di 4,6 punti rispetto allo scorso anno. Per fronteggiare tutto ciò, peraltro, si stanno assumendo politiche monetarie che fanno crescere i costi del credito.  I tassi passivi in Calabria applicati dalle Banche sono insopportabili.

Influisce anche il caro-bollette?

Certamente. Le piccole e medie imprese calabresi spendono oltre 500 milioni di euro. La nostra provincia, Reggio Calabria, è al secondo posto per spesa, con 128 milioni di euro. Solo a Cosenza e nella sua provincia si spende di più con 188 milioni.

Impensabile a una crescita vera con queste cifre…

Anzi, è l’esatto opposto. In Calabria si rischiano di perdere ben 6.000 posti di lavoro, di cui solo oltre 1.200 in provincia di Reggio Calabria. Credo che questi dati abbiano bisogno di ben pochi commenti. E poi c’è la difficoltà a trovar professionalità.

A cosa allude?

Le professioni a maggior vocazione artigiana più ricercate dalle MPI calabresi ma più difficili da trovare sono: muratori in pietra, mattoni, refrattari, conduttori di mezzi pesanti e camion, elettricisti nelle costruzioni civili e professioni assimilate, acconciatori e meccanici artigianali, riparatori automobili e professioni assimilate. Soprattutto noi a Reggio Calabria abbiamo problemi nel reperire questo tipo di professionalità.

Come se ne può uscire?

Lo Stato deve sostenere le imprese e, soprattutto, le piccole e medie imprese che rappresentano il cuore pulsante dell’economia di molti territori, tra cui soprattutto il nostro.

Un intervento statale più massiccio.

Non parlo solo di massimi sistemi, ma di questioni che interessano la vita di tutti i giorni. La Calabria è la regione con i tempi più lunghi per quanto concerne i pagamenti della Pubblica Amministrazione. Un comune calabrese impiega in media 54 giorni per erogare un pagamento. Questo non può che creare difficoltà enormi e quotidiane alle aziende.  Altra storia sono le Aziende Sanitarie che pagano i debiti solo quando ne hanno voglia.

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