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Reggio, Patto X il Cambiamento: “A piazza Duomo vuota passerella, dalla destra niente di concreto per risolvere i problemi dei calabresi”

“C’erano un vibonese, un cosentino ed uno stefanita che volevano cambiare Reggio Calabria. Sul cabaret andato in scena a Piazza Duomo, la piazza del celeberrimo “rapporto alla città” del sindaco Battaglia, un velo di tristezza è calato sul volto di quanti hanno dovuto, ancora una volta, assistere alle mire di conquista dell’asse Catanzaro/Vibo-Cosenza sull’unica città metropolitana della Calabria che, ogni giorno, suda e lotta per rimettersi in piedi dopo lo sfracello amministrativo che ha quasi portato al default finanziario del Comune ed al successivo scioglimento per mafia”. Cosi in una nota l’analisi del Patto per il Cambiamento al termine della manifestazione di Forza Italia a Piazza Duomo.

“Di certo, non possiamo accettare lezioni da Giuseppe Mangialavori e Roberto Occhiuto, né tantomeno dall’evanescente deputato Francesco Cannizzaro che, incredibilmente, sceglie la via del comizio a campagna elettorale finita ed a risultato acquisito. Prima delle urne, non ha mai detto cosa avrebbe voluto fare per la città ed ancora nulla si sa dei programmi sui quali poggia la sua riconferma a Montecitorio. Eppure, Cannizzaro, spalleggiato dai sodali di partito, adesso si fa vivo per presentare il conto, ringraziare il collegio e dire quanto è stato bravo, tanto da convincere la larga fetta di elettorato che va da Fratelli d’Italia al polo dei moderati. Già, non fosse stato per l’onda travolgente della formazione di Giorgia Meloni, Cannizzaro si sarebbe trovato a raccogliere le briciole di un’elezione che vede il centrodestra maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, tantomeno a Reggio Calabria. In un contesto in cui chiaramente la peggiore destra di sempre non potrà in alcun modo rappresentare il popolo dei moderati”.

“Oltre al consueto e solito veleno sputato addosso al centrosinistra, cosa c’ha raccontato di nuovo il “trio delle meraviglie”? Niente che possa fare rifiatare l’economia reggina e ridare speranza ad una città umiliata e offesa da chi a parole è un fuoriclasse e nei fatti un chiacchierone. Indimenticabile, infatti, rimane l’unico motivo di vanto che Cannizzaro ha potuto ascrivere al suo recente passato da parlamentare: i 25 milioni per l’aeroporto “Tito Minniti”, annunciati nel 2018 e che dovevano essere spesi tra il 2019 ed il 2020. Semplice e pura fuffa, l’esaltazione del “Vannamarchismo” fatto emendamento e trasformato in raccolta di consenso”.

“Altri argomenti non ne sono venuti fuori. Eppure, avremmo favorevolmente accolto chiarimenti, per esempio, sul corso delle indagini rispetto ad uno dei fatti più inquietanti dell’ultima campagna elettorale: la sparatoria di mezza sera che ha messo a repentaglio la vita di un parlamentare e che ha fatto ripiombare la città in anni tristi e bui”.

“Avremmo volentieri ascoltato una dichiarazione – mai pervenuta – sulla chiusura indebita dell’ospedale di Scilla e sui tanti problemi della sanità regionale, sui fantomatici medici cubani e sulle mancate assunzioni di quelli calabresi. O ancora sul trasferimento, da parte della Regione, delle deleghe e delle funzioni dovute alla Città Metropolitana. sul perché si sia scientemente o maldestramente deciso di escludere dai Cis ogni progetto della città di Reggio Calabria; cosa si stia facendo, in concreto, per sbloccare il ciclo integrato dei rifiuti ingolfato da una legge regionale che ha accentrato ogni potere nelle mani di una Multiutility”.

“Invece, abbiamo dovuto riscontrare l’ennesima passerella volta ad assecondare l’esuberanza della propria claque e rinvigorire il petto dei fedelissimi in maglietta azzurra. Uno show impalpabile, inutile per Reggio ed i reggini, un palcoscenico pronto ad evaporare in attesa delle prossime elezioni. Non resterà nulla di questa commedia che diventa farsa quando a parlare sono figure interessate al proprio ego e tornaconto personale. C’è poco da festeggiare e tanto, tantissimo, da lavorare. Ci attendono sfide epocali e salvifiche, appuntamenti fondamentali per il territorio che impongono serietà e concretezza. Sui banchi delle Camere ci si sieda per operare e farlo bene. Senza più selfie e vacue messe in scena”.

 

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