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Anestesia da svegli: al Marrelli Hospital da oggi è possibile

Oggi le strutture sanitarie si stanno dirigendo verso un concetto di cura senza dolore. Un concetto che vale sia per quanto riguarda gli interventi operatori – e quindi l’anestesia – sia per la cosiddetta attività “perioperatoria” cioè la gestione del dolore e della cura anche oltre la sala operatoria. Ed è così che i compiti degli anestesisti, soprattutto, si allargano a fasi che precedono e seguono gli interventi chirurgici. Ne ha parlato proprio la Dottoressa Fabiola Catizone, specialista in animazione e rianimazione, durante il primo incontro del convegno “Giornata delle patologie chirurgiche” che si è svolto presso il Marrelli Hospital di Crotone.

“Rispetto a qualche anno fa, determinati tipi di intervento come video laparoscopie in cui la componente dolorifica non è solo a carico del distretto d operare – ha affermato la Catizone – ma ci sono dei riflessi dolorifici che sono anche in altre parti del corpo, veniva fatta esclusivamente in anestesia generale. Oggi invece riusciamo ad utilizzare l’anestesia loco-regionale, procedura di desensibilizzazione dell’organismo che si distingue appunto dall’anestesia generale perché anziché addormentare tutto il corpo, agisce solo sulla zona interessata”.

Una novità che è molto gradita anche per quanto riguarda la parte del chirurgo perché i muscoli mantengono un certo grado di miorisoluzione, il rilassamento dei muscoli.

“I vantaggi sono quindi molteplici – ha aggiunto ancora la Catizone – perché il paziente è dormiente e può essere facilmente risvegliato, oltre al fatto che si possono eseguire interventi di chirurgia maggiore in pazienti complicati da un punto di vista anestesiologico. Ci permette infine di mantenere l’omeostasi di questi pazienti, dandoci un certo grado di sicurezza perché mantiene anche i pazienti scompensati emodinamicamente stabili”.

Una tecnica messa a punto ormai da diversi anni presso il Marrelli Hospital, grazie alla presenza di un team di anestesisti preparati composto dai dottori Paola Catizzone, Francesco Infelise e Fernando Chiaravalloti, e grazie ai quali si possono quindi eseguire interventi che in passato avrebbero posto in condizione di alto rischio il paziente.

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