“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Il Consiglio comunale di Cosenza approva la mozione per l’istituzione della giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari

Il Consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Mazzuca, riunitosi nel pomeriggio di oggi nella sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, ha approvato le tre mozioni in discussione, da quella relativa alla revisione del disegno di  Legge 1240 del 2024 a tutela delle ricercatrici e dei ricercatori, alla mozione per l’istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime degli errori giudiziari, presentata dal Gruppo consiliare di “Fratelli d’Italia” per finire con l’approvazione della mozione relativa al potenziamento dell’illuminazione pubblica nel territorio comunale ( primo firmatario il consigliere comunale Francesco Caruso). Il civico consesso ha inoltre approvato anche gli altri punti all’ordine del giorno: l’aggiornamento dell’imposta municipale di soggiorno, la modifica al Regolamento Comunale concernente la disciplina dei controlli interni, prendendo, infine, atto della relazione sui risultati del controllo successivo di regolarità amministrativa, eseguito ai sensi dell’art. 9 del Regolamento approvato dal Consiglio comunale con deliberazione n. 2 del 7 gennaio 2013, per come modificato con deliberazione n. 38 del 6 novembre 2020. In apertura di seduta, dopo una breve sospensione autorizzata dal Presidente del Consiglio comunale Mazzuca per consentira una breve riunione della conferenza dei capigruppo, è stato discusso l’ordine del giorno, primi firmatari la consigliera comunale Bianca Rende e il consigliere comunale Francesco Graziadio, sulla revisione del Disegno di Legge 1240 del 2024 a tutela delle ricercatrici e dei ricercatori. Bianca Rende ha dato lettura al testo della mozione con la quale il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta a fare propria e a inoltrare al Governo italiano la richiesta di abrogare, per quanto concerne il DDL A. S. 1240, concernente “Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”, gli articoli 22-bis, 22-ter e 22-quater, che riducono la durata dei contratti di ricerca e le risorse a disposizione, aumentando il precariato, diminuendo la possibilità già limitata dell’entrata in ruolo dei ricercatori.

La mozione impegna inoltre Sindaco e Giunta a fare propria e a inoltrare al Governo italiano la richiesta di prevedere un finanziamento strutturale del pre-ruolo universitario e delle posizioni di tenure track, da implementarsi attraverso:

–        un significativo incremento delle dotazioni per i Progetti di Ricerca di Interesse

  Nazionale (PRIN) e il Programma Operativo Nazionale (PON);

–        l’introduzione di un apposito articolo nei criteri di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), con un incremento di risorse che sono state ridotte di mezzo miliardo per i prossimi tre anni da parte del Governo, destinando risorse specifiche e annualmente vincolate al reclutamento e alla stabilizzazione del personale di ricerca;

Ad avviare, attraverso incontri sul tema, un percorso di sensibilizzazione della cittadinanza sui temi riguardanti l’innovazione e la ricerca universitaria, avvalendosi anche delle competenze di ricercatrici e ricercatori del territorio. Infatti – ha sostenuto Bianca Rende durante la sua illustrazione – la modifica della riforma Bernini avrebbe un impatto anche per l’area urbana di Cosenza-Rende che si caratterizza quale città universitaria per la presenza dell’Università della Calabria; infatti presso l’Ateneo sono presenti, secondo i dati del 2025, 148 Professori Ordinari, 336 Professori Associati, 206 ricercatori a tempo indeterminato, 59 ricercatori con tenure (RtdB, RTT), 49 ricercatori senza tenure (RtdA), 319 dottorandi attualmente in corso.

Per queste ragioni è fondamentale sostenere le proteste e le opposizioni alla proposta da parte della Ministra Bernini che aumenta il precariato nel mondo universitario che avrebbe, invece, bisogno invece di ulteriori risorse per puntare sul sapere dei nostri giovani”.

Subito dopo , sulla stessa mozione, è intervenuta la consigliera comunale Caterina Savastano. “La mozione proposta –ha esordito Savastano – impegna il nostro consesso a formulare una valutazione ed una determinazione in un ambito generale, non prettamente amministrativo, ma che riveste importanza e si mostra per certi versi cruciale per il futuro del nostro Paese: il sostegno e lo sviluppo della ricerca scientifica e dei suoi protagonisti, i ricercatori. Il Decreto legislativo n. 1240, pur nelle sue intenzioni –ha aggiunto la consigliera Savastano – presenta delle criticità che rischiano di depotenziare un settore vitale per l’innovazione, la crescita economica e il benessere sociale. È innegabile che la ricerca rappresenti il motore propulsivo del progresso. I ricercatori, con la loro passione, la loro dedizione e la loro competenza, sono coloro che aprono nuove frontiere della conoscenza, sviluppano soluzioni innovative per le sfide del nostro tempo e contribuiscono a elevare il livello di competitività dell’Italia nel contesto globale. Tuttavia, il DDL 1240, nella sua attuale formulazione, sembra non rispondere appieno alle esigenze di questo ecosistema complesso e delicato. Riteniamo che alcuni aspetti meritino una profonda revisione per evitare conseguenze negative a lungo termine. Uno dei timori principali – ha rimarcato Savastano -riguarda la reale entità e la stabilità nel tempo dei finanziamenti previsti. Se le risorse non saranno adeguate e garantite su base pluriennale, gli obiettivi del DDL rischiano di rimanere sulla carta. La precarietà dei finanziamenti può compromettere la pianificazione a lungo termine dei progetti e scoraggiare i giovani ricercatori”. Savastano ha poi parlato di “mancanza di misure concrete per superare il precariato”. Per la consigliera comunale “il DDL dovrebbe affrontare in modo più incisivo la questione del precariato che affligge molti ricercatori, prevedendo percorsi di stabilizzazione chiari e meccanismi di progressione di carriera basati sul merito e sulla valutazione”. Evidenziato anche il  rischio di retribuzioni non competitive a livello internazionale. “Se le retribuzioni dei ricercatori italiani non saranno allineate agli standard europei e internazionali- ha ribadito con forza Caterina Savastano – si rischia una continua fuga di cervelli verso Paesi più attrattivi”. E ancora:  “il DDL dovrebbe considerare e valorizzare non solo i ricercatori “puri”, ma anche i tecnici e gli altri professionisti che contribuiscono in modo essenziale all’attività di ricerca. Inoltre, l’attuale Decreto non prevede misure concrete ed efficaci per semplificare le procedure di accesso ai finanziamenti, la gestione dei progetti e la rendicontazione. Il rischio è che la burocrazia continui a sottrarre tempo ed energie preziose alla ricerca vera e propria”. Per Caterina Savastano è, infine, imprescindibile valorizzare il capitale umano rappresentato dai ricercatori. È necessario prevedere percorsi di carriera chiari e meritocratici, con retribuzioni adeguate al loro livello di qualificazione e al loro contributo. Investire nei ricercatori significa investire nel futuro del Paese. Credo fermamente che il decreto legislativo 1240 debba essere profondamente rivisto e migliorato, attraverso un dialogo costruttivo con la comunità scientifica e con tutti gli attori coinvolti”. Posta in votazione, la mozione è stata poi approvata all’unanimità.

Ha poi chiesto la parola il consigliere comunale Francesco Luberto che ha chiesto di discutere le altre due mozioni all’ordine del giorno, prima degli altri punti in discussione, per garantire continuità al dibattimento. Il Presidente Mazzuca ha messo ai voti la richiesta di Luberto che è stata approvata. Pertanto si è dato subito dopo spazio al dibattito sulla mozione di Fratelli d’Italia per l’istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime degli errori giudiziari.

Ad illustrare a grandi linee la mozione è il consigliere comunale Giuseppe D’Ippolito ricordando che la mozione fa riferimento alla proposta di legge in discussione in Parlamento. D’ippolito ha indicato nel 17 giugno l’individuazione della giornata da dedicare alle vittime degli errori giudiziari, in quanto si tratta della data dell’arresto di Enzo Tortora, avvenuto nel 1983, divenuto simbolo degli stessi errori giudiziari.

A questo punto D’Ippolito si è fermato nell’illustrazione del punto invitando il consiglio a partecipare al dibattito e a valutare un documento, predisposto dallo stesso D’Ippolito, dopo gli interventi.

Ad intervenire per prima è la consigliera comunale Chiara Penna, Presidente della commissione consiliare Legalità che ha fornito delle cifre per documentare la diffusione del fenomeno degli errori giudiziari.

“Dal 1991 al 31 dicembre del 2024 le vittime per ingiusta detenzione ed errori giudiziari sono 31 mila 949, in media 940 all’anno. La spesa complessiva per lo Stato tra indennizzi e risarcimenti per ingiusta detenzione è di 987 milioni e 675 mila euro. Inoltre – ha detto ancora Chiara Penna – dal 2018 al 2024 sono stati pagati 78 milioni di euro per le ingiuste detenzioni in Calabria. Il 33% degli errori giudiziari e delle ingisute detenzioni si registra negli ultimi anni solo nel distretto di Catanzaro”. I dati numerici forniti dalla Presidente della commissione consiliare legalità servono a far comprendere la portata del fenomeno “che – ha detto Penna – è un problema strutturale che si può risolvere solo dal punti di vista culturale, attraverso la diffusione della cultura della legalità e legalità non è soltanto arresti e sentenze di condanna, ma legalità significa rispetto dei principi fondamentali posti a presidio della libertà personale e dei cittadini soprattutto in quei contesti in cui il potere dello Stato può essere più forte. Il potere dello Stato viene esercitato e rischia di essere esercitato da uomini che confondono la loro altissima funzione con una missione personale di ordine, disciplina e pulizia sociale attraverso il processo penale. Ed è in questo contesta che diventa più forte l’esigenza di tutelare questi principi. Dispiace che parte della sinistra italiana e parte anche della destra italiana ed anche il Presidente del Consiglio nazionale abbiano spostato l’approvazione di questa giornata prevista per il 17 giugno in onore di un simbolo degli errori giudiziari che è Enzo Tortora perché il 17 giugno del 1983 Tortora fu portato come trofeo dall’albergo all’auto che l’attendeva con l’accordo di autorità giudiziaria, forze dell’ordine e giornalisti che si erano accordati sull’orario per farlo uscire in manette. Dopo 42 anni il metodo è lo stesso”. Poi Chiara Penna ha anticipato il suo voto favorevole, ringraziando ancora una volta il consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe D’Ippolito per avere, insieme ai suoi colleghi di partito, presentato la mozione, richiamando tutti “a manifestare vicinanza umana a tutte le vittime di errori giudiziari”.

Sulla mozione di Fratelli d’Italia è poi intervenuta anche la consigliera Caterina Savastano. “Certamente l ‘istituzione di una tale giornata – ha sottolineato Savastano – rappresenterebbe un atto di riconoscimento formale della sofferenza di individui e famiglie che si sentono vittime di errori giudiziari, di lungaggini processuali eccessive, di sentenze ingiuste o di un sistema percepito come inefficiente o inadeguato. Dare voce a queste esperienze può contribuire a lenire ferite profonde e a far sentire queste persone meno sole, ed ancora stimolare una riflessione pubblica e approfondita sul funzionamento del sistema giudiziario, sulle sue criticità e sulla necessità di miglioramenti continui ed incoraggiare un dibattito costruttivo tra istituzioni, giuristi, media e cittadini sui temi della giustizia, dell’equità e del rispetto dei diritti”. Poi però, la consigliera Savastano ha aggiunto altre considerazioni di segno un po’ diverso. “Istituire una giornata dedicata alle “vittime della giustizia” potrebbe involontariamente –ha sostenuto Savastano – portare a generalizzazioni e a una delegittimazione indiscriminata dell’intero sistema giudiziario, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Non tutte le persone che si sentono vittime lo sono effettivamente secondo le sentenze definitive. Inoltre – ha aggiunto la consigliera Savastano – v’è la difficoltà, certamente oggettiva, di definire la  “vittima della giustizia”. Definire chi rientra nella categoria di “vittima della giustizia” è estremamente complesso. Include solo coloro che sono stati riconosciuti innocenti dopo una condanna? O anche coloro che hanno subito lungaggini processuali eccessive o sentenze percepite come ingiuste pur nel rispetto formale della legge?  Ed allora questa ambiguità – sostiene Savastano – potrebbe rendere la giornata controversa e divisiva, nonché produrre inevitabili   strumentalizzazioni per fini politici o ideologici, alimentando narrazioni polarizzanti e minando la serenità del dibattito sulla giustizia e potrebbe implicitamente mettere in discussione l’autorità delle sentenze passate in giudicato, un principio fondamentale per la certezza del diritto e la stabilità del sistema giuridico. Cosicchè la natura delicata e controversa del tema, non penso possa trovare un consenso ampio e condiviso attesa la necessità di definirne modalità e  significato”.

 

 

L’intervento del Sindaco Franz Caruso

“La mozione che è stata presentata – ha sottolineato il Sindaco Franz Caruso sgomberando il campo da ogni genere di confusione – parla dell’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle vittime degli errori giudiziari. Non parla di qualcosa che riguarda il sistema giudiziario nel suo complesso, men che meno delle vittime della giustizia, ma si parla di vittime dell’ingiustizia che è una cosa completamente diversa”. Quindi il primo cittadino ha ricordato, per averlo vissuto in prima persona, il dibattito sulla campagna referendaria “che – ha rimarcato – nel 1987, insieme alle forze politiche progressiste, soprattutto socialiste e radicali, abbiamo portato avanti per affermare il principio e i valori della giustizia giusta. A fronte del risultato di quel referendum quasi plebiscitario che raggiunse una percentuale di oltre l’80%, ci fu un Parlamento che, invece, deliberò una legge sul risarcimento per l’ingiusta detenzione, una cosa completamente diversa da quello che erano il quesito referendario e il risultato del referendum che volevano soltanto introdurre la responsabilità civile dei magistrati ritenuti colpevoli, in maniera colposa, certamente non dolosa, di errori giudiziari, di valutazioni sbagliate e di azioni giudiziarie portate avanti con approssimazione”. A proposito del sistema giudiziario Franz Caruso ha sottolineato, inoltre, che “non è perfetto, ma è sicuramente perfettibile ed è legato anche ad una modifica del sistema processuale perché – se lo ricordiamo – fino al 1989 c’è stato il codice Rocco, del 1930, un codice inquisitorio che era stato modificato da una serie di novelle che avevano inserito anche elementi di garanzia per il cittadino come, ad esempio, la trasformazione dell’ordine di cattura in mandato di cattura, con un giudice istruttore che doveva valutare la richiesta del PM se sottoporre o meno un cittadino ad una misura cautelare. Poi – ha proseguito Franz Caruso – è stato previsto ed inserito l’organismo del Tribunale della libertà che era chiamato a verificare se vi fossero elementi indiziari sufficienti per arrestare taluno”. Un’ulteriore evoluzione della macchina giudiziaria arriva fino all’89 “alla trasformazione – ricorda ancora Franz Caruso – del rito da inquisitorio ad accusatorio, inserendo elementi diversi nel sistema processuale e, con anche la modifica di alcune norme del nostro codice, si è arrivati alla formulazione degli articoli 273 e 274 del codice di rito che prevedono che per privare un cittadino della libertà personale è necessario che ci siano gravi indizi di colpevolezza, ma che ci siano anche esigenze cautelari, che non ci sia pericolo di reiterazione delle condotte criminose, pericolo di inquinamento probatorio e pericolo di fuga. Non è un caso – ha affermato ancora Franz Caruso – che il legislatore ha sempre puntato il dito sull’indispensabilità della misura cautelare, perché il carcere deve essere l’extrema ratio, quando siamo di fronte a reati assolutamente gravi e a persone assolutamente pericolose. Il fenomeno legato all’ingiustizia delle carcerazioni è ancora molto grave perché quando si parla di istituire la giornata della memoria delle vittime di errori giudiziari non si parla di cittadini che si sentono colpiti da ingiustizie. Quello che bisogna rispettare è il giudicato, la sentenza definitiva che decreta se taluno è colpevole o innocente. La libertà – ha sostenuto ancora il primo cittadino durante il suo intervento in Consiglio comunale – è un bene primario che va tutelato dalla giustizia, ma riconoscere questo non significa essere contro la magistratura, anzi significa rispettare quella magistratura (la stragrande maggioranza) che sicuramente con grande scrupolo, professionalità, attenzione e sensibilità, valuta le indagini ed emette le sentenze che vanno sempre rispettate, anche quelle di assoluzione che, però, dichiarano che c’è stato un errore giudiziario nel caso di processi che hanno privato della libertà l’imputato o prima ancora l’indagato. L’approvazione della mozione – ha sottolineato Franz Caruso – non è un problema né di destra, né di sinistra, ma di sensibilità. Noi non abbiamo nessun potere di incidere nella riforma perché siamo un consiglio comunale. Altre sono le sedi dove si discute delle riforme della giustizia ed anche dell’istituzione della giornata a ricordo delle vittime di errori giudiziari. Noi esprimiamo solo un parere favorevole o contrario a questa proposta. Ed io esprimo il mio voto assolutamente favorevole nei confronti della proposta di istituzione della giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari. Se non altro per rispetto della mia storia personale e professionale, ma anche della mia storia politica perché da socialisti abbiamo sempre condotto battaglie in favore dei cittadini, soprattutto dei più deboli. In ricordo di tutte le battaglie che sono state condotte per evitare che ci possano essere errori giudiziari – ha aggiunto Franz Caruso – dobbiamo difendere l’impostazione del nostro sistema processuale penale che tutela di più il cittadino ed aprire un dibattito anche per discutere delle possibilità che un consiglio comunale apprezzato come il nostro può offrire al dibattito generale sulla riforma della giustizia”. Poi Franz Caruso si sofferma su un ultimo aspetto, tutt’altro che marginale. “Come città abbiamo riconosciuto una vittima particolare di un’ingiustizia e di un errore giudiziario. Da lì parte questa mozione, da quella fatidica data in cui Enzo Tortora fu privato della libertà personale e portato in manette davanti all’opinione pubblica, dato in pasto alle televisioni e sbattuto in prima pagina. Dopo le sentenze di assoluzione (in primo grado era stato condannato) la nostra città, in ragione di quell’orrore giudiziario, ha intitolato i giardini davanti al Tribunale proprio ad Enzo Tortora. Ed io ritengo che in coerenza con quel sentimento che ha tributato quel riconoscimento ad Enzo Tortora, divenuto simbolo di tutte le vittime degli errori giudiziari, il Consiglio comunale, nella assoluta libertà e non per vincoli di appartenenza a gruppi o a formazioni politiche, possa esprimere parere favorevole così come io mi sento di esprimere una condivisione forte e sentita nei confronti dell’istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari”.

Dopo i lSindaco è intervenuto Giuseppe D’Ippolito che ha ringraziato il primo cittadino, invitando l’aula ad esprimere convergenza, preannunciando il voto compatto della minoranza.

Anche Bianca Rende ha poi motivato il suo voto favorevole con una considerazione di buon senso “quando si parla di errore giudiziario”. “Si tratta – ha aggiunto -di istituire una giornata che va a valorizzare il lavoro della giustizia”. Un’altra ragione indicata da Rende a favore dell’istituzione della giornata è quella “di chiedere maggiori risorse per le forze di polizia. La correttezza di un processo dipende da come sono state svolte le indagini. E allora, maggiori risorse perché le indagini siano fatte bene”.

Nel successivo intervento, il capogruppo del PD Francesco Alimena ha preannunciato l’astensione del gruppo, “per disciplina di partito”, ma il suo voto favorevole a titolo personale, dedicando il suo voto “ai tanti Enzo Tortora presenti anche in Calabria e a Cosenza”.

La mozione è stata poi approvata all’unanimità dei presenti, ma con l’astensione del gruppo PD,eccezion fatta per Alimena che ha voato a favore.

Si è poi passati alla discussione della mozione presentata dai consiglieri Francesco Caruso, Francesco Cito, Alfredo Dodaro, Francesco Luberto, Antonio Ruffolo e Michelangelo Spataro e avente ad oggetto il potenziamento dell’illuminazione pubblica nel territorio comunale. Ad illustrarla, il primo firmatario Francesco Caruso.

“Una mozione – ha ricordato Francesco Caruso – legata all’iniziativa che “Azzurro Donna”, in collaborazione con il Settore Enti locali di Forza Italia, ha lanciato con il progetto “Illumina”, presentato in occasione dell’8 marzo. “L’iniziativa – ha chiarito Francesco Caruso – si propone il duplice obiettivo di rendere più vivibili e sicuri i luoghi pubblici e le altre aree delle nostre piccole e grandi città, illuminandole, ed anche di mettere in luce le donne, le loro capacità e le loro potenzialità.

Alcuni quartieri, specie nei grandi comuni, si sono spopolati, sono venuti meno i servizi di prossimità, rendendo quelle aree meno protette, soprattutto nelle ore buie. La percezione di non sicurezza, di fatto, limita il movimento delle donne e dei soggetti più vulnerabili e conseguentemente ne impedisce la partecipazione alla vita sociale ed economica delle comunità. Il testo della mozione – ha detto ancora Francesco Caruso -impegna il Sindaco e la Giunta comunale a mappare ed individuare le aree più critiche per la sicurezza pubblica, in collaborazione con le forze dell’ordine, le associazioni e la cittadinanza, al fine di pianificare interventi mirati, con particolare attenzione a: passi, sottopassi, fermate dei mezzi pubblici, percorsi pedonali e quartieri soggetti a desertificazione. Il tutto senza aumentare i costi energetici, anzi promuovendo l’adozione di tecnologie innovative, sistemi di smart lighting e telecontrollo e favorendo investimenti in infrastrutture intelligenti e sostenibili attraverso partenariati pubblico-privati.Abbiamo, in altri termini, proporre una mozione che guarda ad alcuni quartieri della città che soffrono una condizione di marginalità”. Si sono poi espressi a favore anche i consiglieri Bianca Rende, Giuseppe D’ippolito, Francesco Alimena e Francesco Turco. La mozione è stata poi approvata all’unanimità.

Sull’aggiornamento dell’imposta municipale di soggiorno, ha poi relazionato il dirigente del settore tributi Carmelo Misiti.

“Quello che si aggiorna oggi – ha detto Misiti – è il regolamento sulla tassa di soggiorno del Comune di Cosenza. Un aggiornamento dovuto ad un insieme di innovazioni legislative, intervenute sia a livello nazionale che a livello regionale. Su scala regionale si è registrata l’introduzione della possibilità di utilizzare gli appartamenti, provvisti di alcuni requisiti, ad uso turistico e che per norma erano già assoggettati all’imposta di soggiorno, ma questa tipologia non era contemplata all’interno di quelle previste dal regolamento comunale. Quindi, questo tipo di attività – ha detto ancora Misiti -introduce queste nuove categorie soggette alla tassa di soggiorno ed inserisce tutta una serie di regole che servono sostanzialmente a fare in modo che anche questa attività possa decollare nella città. L’altra innovazione, che non era precisata all’interno del regolamento, riguarda l’obbligo, a carico del locatore, di esporre su ogni piattaforma digitale, ovvero su ogni stampa cartacea che promuove l’immobile ad uso turistico, il C.I.N. (il codice identificativo nazionale) rilasciato esclusivamente dal Ministero del Turismo da collocarsi all’esterno dei locali in cui viene esercitata l’attività. Al CIN doveva seguire il CIS (codice identificativo della struttura) legato all’albo regionale. Questi due numeri identificano la struttura adibita alla ricezione delle persone a fini turistici, sia che si tratti di una struttura B&B, sia di appartamento ad uso vacanze. Questi codici, abbiamo rilevato, non sono presenti nella maggior parte delle pubblicità promozionali e delle targhe apposte al di fuori dei locali autorizzati e questo può comportare delle sanzioni anche importanti per gli operatori turistici. Quello che era un obbligo previsto dalla normativa nazionale, ma che non era recepita all’interno del regolamento comunale, poteva dar luogo a difformità interpretative. Di qui, dunque, la necessità di un aggiornamento. Altro elemento fondamentale – ha sottolineato ancora Misiti – è quello di chiarire, una volta per tutte, quali sono le sanzioni da applicare in caso di mancata apposizione del CIN e in caso di mancata indicazione di questo codice nei principali sistemi di prenotazione delle strutture. Altra innovazione apportata all’interno del regolamento è quella di recepire l’aggiornamento normativo che non prevede più una serie di dichiarazioni prima obbligatorie, lasciando l’obbligatorietà solo a quelle previste su scala nazionale e quindi snellendo le procedure. A tal proposito – ha concluso Misiti – è stato sviluppato un applicativo per consentire ai sostituti d’imposta di effettuare i versamenti in maniera contestuale, in modo semplice e attraverso un’applicazione che dia, appunto, loro la possibilità di limitare quelle che sono le problematiche connesse alle attività di versamento dell’imposta di soggiorno”.

Posto in votazione, il punto è stato approvato all’unanimità dei presenti, ma con l’astensione della minoranza. Il consigliere D’Ippolito aveva chiesto il rinvio della discussione, ma la sua richiesta è stata respinta dall’aula.

Approvata all’unanimità, infine, la modifica al Regolamento Comunale concernente la disciplina dei controlli interni. La pratica è stata illustrata dal Segretario Generale, dottoressa Virginia Milano.

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