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Scala Coeli, Tridico (M5S) apre la sede territoriale nella storica sede del Pci. “Siamo il partito del popolo”

Nel pomeriggio della scorsa domenica, nell’ex sezione locale del Partito comunista italiano, l’europarlamentare Pasquale Tridico ha aperto a Scala Coeli (Cosenza), suo paese natio, la propria sede territoriale quale rappresentante del Gruppo The Left del Parlamento Ue e del Movimento Cinque Stelle. Con oltre un centinaio di presenti, all’iniziativa sono intervenuti il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, e alcuni esponenti M5S: il consigliere regionale della Calabria Davide Tavernise, l’ex parlamentare Elisa Scutellà e le deputate Vittoria Baldino e Anna Laura Orrico. Tutti i relatori hanno parlato delle difficoltà delle aree interne, della necessità di tutelarle e ripopolarle con misure adeguate e dell’importanza di alimentare la partecipazione politica in presenza, soprattutto nei piccoli Comuni della Calabria. Scutellà, che ha investito la Procura della Repubblica rispetto alla sua recente decadenza da deputata, ha chiesto alla platea di «continuare la lotta per la difesa della volontà popolare». «Questa – ha detto Tridico nel suo discorso conclusivo – era la sede del Partito comunista italiano. Ed eravamo qui, molti di voi, molti di noi, quando c’era la sinistra del popolo, il popolo della sinistra. Oggi non c’è più il popolo nella sinistra, ma c’è il popolo nostro, che siete voi. C’è il popolo del Movimento 5 Stelle e c’è una differenza ideologica tra il nostro popolo e le élite che continuano a dividere la società. Noi possiamo definirci progressisti, di sinistra, radicali, popolari, ma siamo soprattutto popolo: voi siete popolo e noi vi rappresentiamo a Roma, a Bruxelles, nella Regione e nei Comuni, perché voi siete il nostro popolo, perché nessuno può vivere senza la rappresentanza, i diritti e ciò che gli spetta. Oggi ho portato un libro che vorrei che fosse sempre qui. S’intitola “Diritti sociali dalla A alla Z”: sono i diritti del popolo, sono i diritti del cittadino, sono i diritti vostri, che non vi regala nessuno ma che abbiamo ricevuto con le nostre lotte, con le vostre lotte. Quindi questo è il luogo dei diritti, questa è la sede del popolo, questa è la sede di tutti quanti vogliano entrare per avanzare istanze e proposte e soprattutto pretendere il rispetto della propria posizione, delle proprie idee, dei propri diritti». «Vorrei – ha proseguito Tridico – che questa sede non avesse una chiave, che fosse sempre aperta; certamente la chiudete, ma senza chiave. Che cosa devono prendere, una fotografia? Questo è un luogo dove si vengono a depositare idee. Qui non si prende nulla ma si dà, si incontra. Questo deve essere un luogo di respiro, un luogo di cittadinanza, un luogo di rappresentanza, un luogo popolare, ricostruendo quello che la sinistra ha perso dalla morte di Berlinguer in avanti, da quell’11 giugno 1984 in cui il popolo è poi scomparso». «Per sapere che cosa sono le aree interne – ha sottolineato l’europarlamentare – dobbiamo chiedere a questi braccianti; dobbiamo chiedere alle signore che stanno qui; dobbiamo chiedere ai loro mariti; dobbiamo chiedere ai familiari delle persone che muoiono perché un’ambulanza non arriva; dobbiamo chiedere alle persone perché debbano muoversi lungo una strada in disfacimento da 40 anni, piena di buche sempre più ricoperte e mai ricostruita. Le aree interne sono i luoghi in cui non arrivano i diritti sociali e i diritti di cittadinanza, in cui non c’è un ospedale, in cui la Costituzione muore perché il popolo non è più rappresentato. Perciò noi abbiamo aperto questa sede, per far rivivere i diritti, far rivivere la cittadinanza, far rivivere il bisogno dei braccianti, degli agricoltori, degli insegnanti, di chi ancora resiste e vive in questo luogo». Tridico ha infine contestato le maggioranze europee e nazionali che vogliono la guerra e precisato: «Stiamo ricercando di ricostruire la volontà popolare contro la guerra e siamo gli unici. Oggi il grande partito delle armi ha come unico obiettivo ricostruire un nemico e armare i nostri figli per renderli soldati anziché lavoratori, ingegneri, persone che possono pretendere i diritti. Sono preoccupato perché nelle Commissioni del Parlamento europeo ogni giorno c’è un discorso su come mandare più soldi per le armi. E mandare soldi reali vuol dire che questo libro dei diritti sociali, che oggi è grosso, si riduce, si rimpicciolisce. Ciò perché, come sappiamo, i vincoli di bilancio sono importanti e, quando mandi 800 miliardi di euro alle armi, poi non hai più i soldi per gli ospedali, per le strade, per le scuole, per la sanità, per tutto quello che noi chiediamo. Non è questa l’Europa che abbiamo voluto. L’Europa nasce, dopo la Seconda guerra mondiale, sulla pace e sulla solidarietà tra i popoli. Dire che vogliamo preparare la pace armandoci, significa – ha concluso Tridico – innescare un incidente che ci porterà alla guerra». L’europarlamentare ha infine annunciato che il prossimo 7 agosto si terrà di nuovo una grande festa di popolo a Scala Coeli e anticipato che a breve, a Corigliano-Rossano, ci sarà un’importante iniziativa nazionale su legalità e solidarietà, con la presenza di ospiti illustri.

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