“Quante cose avremmo potuto fare con 6 milioni di euro! Sicuramente avremmo potuto, tra le altre cose, varare la tariffa della mensa scolastica più bassa d’Italia e con la massima estensione delle fasce deboli. La superficialità con cui la vecchia Amministrazione ha compiuto atti incauti (contenziosi con l’Agenzia delle Entrate e lavori della Palazzina dello stadio “Ceravolo”) hanno costretto il Comune a sborsare cifre rilevanti per evitare il fallimento. Abbiamo dovuto mettere una pezza a situazioni che, se lasciate al loro destino, avrebbero portato ad una paralisi totale dei servizi per i catanzaresi. Con circa 4 milioni abbiamo chiuso la vertenza con l’Agenzia delle Entrate, con 1 milione e 300mila euro il contenzioso con le ditte che hanno costruito la palazzina dello stadio Ceravolo.
Fatta questa premessa, occorre fare qualche precisazione sulla questione delle mense scolastiche, sottolineando che molte città, anche calabresi, hanno visto andare deserte le gare per questo servizio, poiché le aziende del settore le hanno ritenute poco remunerative, anche in relazione al vertiginoso aumento del costo delle materie prime e dei costi energetici. È il caso di Reggio Calabria dove è andata deserta una gara che prevedeva un costo del pasto a 5,52 euro, più elevato a quello di Catanzaro. A Cosenza il pasto costa 5,50 euro, mentre a Crotone è stato recentemente appaltato, dopo che la procedura era andata deserta, il servizio a 5,29.
Ovviamente capiamo quanto questi rincari, anche a Catanzaro, possano pesare sulle famiglie e comprendiamo il disappunto dei cittadini. Ma occorre essere realisti. Quello delle mense è un problema nazionale: ci sono città dove la mensa costa 6,60 euro (Torino) o 6,40 euro (Trapani) e ci sono altre città dove i comuni hanno, invece, risorse per la copertura parziale degli elevati costi del servizio.
Stiamo lavorando a soluzioni serie che possano alleggerire la situazione di famiglie meno abbienti e che hanno più di un figlio. Investiremo altri 51.000 euro per potere garantire uno sconto del 20% per il secondo figlio e del 50% per il terzo figlio. Lavoreremo per costruire un sistema a fasce, certamente più giusto, e verificheremo come risolvere il problema dell’acqua senza rinunciare all’obiettivo di contenere l’uso della plastica. Se le casse del Comune non fossero state devastate dalla finanza “creativa” dei nostri predecessori, avremmo potuto fare di più. Ci stiamo anche concentrando a trovare soluzioni più efficienti e più sostenibili economicamente per altri servizi per il diritto allo studio, non meno importanti, come i trasporti e l’accompagnamento dei bimbi all’interno delle scuole; servizi che altri comuni non riescono già più a garantire”.
Lo affermano in una nota i consiglieri comunali Francesco Assisi, Alberto Carpino e Igea Caviano.