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“Sanità calabrese al collasso”, la Cgil chiede un nuovo patto fondato su legalità e trasparenza”

“La sanità calabrese è attraversata da una crisi profonda e strutturale, che non può più essere ignorata né affrontata con misure tampone. Gli eventi delle ultime settimane – in particolare l’inchiesta che ha coinvolto alcuni reparti dell’Azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro – rappresentano solo l’ennesima spia di un sistema che, da anni, soffre di fragilità organizzative, deficit di governance e fenomeni di illegalità diffusa”.

È quanto affermano il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, e Franco Grillo, segretario generale FP CGIL Area.

“La scoperta di un presunto sistema parallelo di visite specialistiche a pagamento, al di fuori di qualsiasi tracciabilità e regola, ha sollevato sdegno e rabbia nella popolazione, già stremata da liste d’attesa infinite, carenza di personale e strutture fatiscenti. Ma la gravità non sta solo nel danno economico o nella violazione delle norme: è il tradimento della missione stessa del servizio sanitario pubblico, che dovrebbe garantire cure e assistenza su basi di equità, trasparenza e fiducia reciproca”, si legge nella nota.

“Quando un cittadino si reca in ospedale, lo fa spesso in una condizione di fragilità estrema. Il rapporto che si instaura con il personale sanitario – medico o amministrativo che sia – dovrebbe essere improntato alla massima fiducia, alla certezza di essere accolto, ascoltato, curato. Se invece si alimentano pratiche clientelari, favoritismi o veri e propri sistemi di arricchimento illecito, si mina alle fondamenta quel patto sociale che regge il sistema pubblico. E si genera una spirale perversa in cui il sospetto, il cinismo e la rassegnazione diventano la regola”, proseguono Scalese e Grillo.

“In questo quadro già compromesso si inseriscono scelte istituzionali che sollevano più di una perplessità. La nascita di una seconda azienda ospedaliera universitaria in Calabria, formalizzata a Cosenza, ha riacceso il dibattito sulla distribuzione delle risorse, sulla chiarezza delle procedure adottate e sull’impatto che questa decisione potrà avere in termini di efficienza e coordinamento regionale. Non si tratta di fare paragoni territoriali, ma di chiedersi con rigore se esista una visione complessiva, una strategia coerente e condivisa per il rilancio dell’intero sistema sanitario calabrese”, rimarcano.

“A preoccupare non è tanto l’istituzione di una nuova realtà sanitaria, quanto l’assenza di un piano chiaro, che definisca ruoli, funzioni, standard di qualità e criteri di monitoraggio. In un contesto così fragile, ogni intervento che non sia accompagnato da garanzie solide rischia di amplificare la frammentazione, i conflitti di competenze e il rischio di inefficienze – sottolineano ancora Scalese e Grillo -. È ormai evidente che serva un’inversione di rotta. La Calabria non può più permettersi di lasciare che siano solo le inchieste giudiziarie a far emergere le disfunzioni di un sistema malato. Occorre attivare strumenti di controllo efficaci, rivedere i meccanismi di assunzione e carriera, rafforzare la governance sanitaria regionale e dotare gli enti di audit indipendenti in grado di garantire trasparenza e imparzialità. Ma soprattutto, serve un forte investimento culturale: nella formazione, nell’etica pubblica, nella responsabilizzazione degli operatori e nel coinvolgimento attivo della cittadinanza”.

“L’indignazione, da sola, non basta. È necessario che la comunità si mobiliti, che le forze sociali, civiche e istituzionali agiscano in modo coordinato per affermare un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: la salute è un diritto, non un favore. Non si può più tollerare che il diritto alla cura venga piegato agli interessi personali o alla logica del privilegio – concludono Scalese e Grillo -.  La sanità calabrese ha bisogno di un patto nuovo tra istituzioni, operatori e cittadini. Un patto fondato sulla legalità, sulla trasparenza, sul merito e sull’umanità. Solo così sarà possibile ridare dignità a chi ogni giorno lavora con professionalità e dedizione, e offrire ai cittadini un sistema sanitario che sia davvero all’altezza delle loro speranze e dei loro bisogni”.

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