“È difficile dire la verità, perché ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole” - Franz Kafka
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I templari federiciani della Calabria sulla nomina di Gabriele Garofalo ad alfiere del lavoro

Nati per stupire. Come Federico II, che con il suo genio e la sua visione, continua a ispirare e a offrire lezioni preziose, tanto da rimanere un faro di luce in un’epoca oscura.

Un’epoca, la nostra, che oggi ha bisogno tuttavia di accendere più fari, e che proprio per questo, sente il bisogno di guardare a quei talenti che possono insegnare e donare molto all’umanità, come quello di Gabriele Garofalo, lo studente cosentino del Liceo Classico Telesio di Cosenza, designato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “Alfiere del Lavoro”.

Così in una nota Filomena Falsetta, Gran Priore del Sovrano Ordine Monastico Militare dei Cavalieri Templari Federiciani della Calabria.

Un vero e proprio trionfo dell’intelletto, di fronte al quale l’unico atteggiamento adeguato è quello dello stupore, che diventa ammirazione.

In una società sempre più carente di percorsi di vita e di carriera, noi Templari riteniamo che Gabriele Garofalo abbia posto su di essa un accento ineguagliabile che scuote le nuove generazioni e che induce a ripensare certi aspetti dell’assetto sociale.

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