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Inchiesta ultras, Klaus Davi pubblica audio di minacce e attacchi antisemiti: “Stasera ti riempiamo di botte. Israeliani peggio di Hitler”

Tre giorni prima degli arresti, giovedì 26 settembre Klaus Davi si recava allo stadio di San Siro per assistere alla tradizionale riunione della curva dell’Inter al Baretto ma l’accoglienza non è stata delle migliori (video visibile al link https://www.youtube.com/watch?v=7CGpGemwekI&ab_channel=KlausCondicio). Il primo ad aggredire verbalmente il giornalista è stato l’ultrà adesso arrestato Nino Ciccarelli: “Ascoltami a me, adesso stai esagerando. Se quello che vuoi è pigliare le botte stasera, ti accontento. Io te lo dico. Va bene tutto però…”. Ma le ostilità non sono finite lì. Il giornalista è stato successivamente apostrofato da Renato Bosetti, da poco nominato capo ultras e anche lui finito in arresto: “Qui non sei ben accetto, non è che devi forzar la cosa. Vai a farti una camminata”. Nonostante le minacce, Davi non ha desistito e imperterrito ha insistito per poter assistere alla serata in cui si presentava il libro dedicato a Stefano Furlan, ultrà morto nell’82 dopo l’incontro di Coppa Italia Triestina-Udinese. E anche in questo caso è stato bloccato: “Oggi c’è una conferenza, è una cosa tra ultras: almeno oggi puoi non rompere? Non è aperta ai giornalisti, te lo sto dicendo gentilmente. È aperta a tutti tranne che ai giornalisti. Te ne stai lì in  disparte e non scrivi niente. Vedi che poi prendi le botte…”. C’è stato pure spazio per un interessante scambio di vedute sul conflitto israelo-palestinese: “Tu sei israeliano. Israele è una democrazia fondata sulle bombe. Vi difendete attaccando e ammazzate i bambini. Gaza cos’è? È una pantomima come Auschwitz? Sulla scia di Auschwitz avete fatto Gaza. Siete patrioti, nazionalisti, quasi nazional socialisti”. Infine, nel momento in cui Davi ha chiesto di poter acquistare le foto da un fotografo della curva che era sul posto, gli è stato risposto così: “Che foto del fotografo? Cosa devi fare? Sono foto per noi, tu con noi non c’entri niente”.

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