“Fratelli d’Italia ha proposto per la nomina a componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura l’Avvocato Giuseppe Valentino, storico esponente della destra di Reggio Calabria. Pare che fosse in pool position per divenire poi vice presidente dell’organo di autogoverno della magistratura. Poi qualcuno si è ricordato che il nome di Valentino è nelle carte giudiziarie di indagini e processi molto delicati di mafia in Calabria. Conosco bene quelle carte, di cui per buona parte sono stato titolare quando facevo il PM in Calabria”. Lo afferma, in una nota, Luigi de Magistris, per lunghi anni PM a Catanzaro
“E qui non si tratta di giustizialismo e presunzione di innocenza, di indagini o di archiviazioni, di condanne o assoluzioni. Voglio citare un fatto che sarebbe da solo sufficiente per far ritenere improponibile la candidatura al CSM di Valentino e quindi che fa comprendere il livello di sensibilità del partito della Premier Meloni su questione morale e contrasto alle mafie”, prosegue de Magistris
“In una intercettazione ambientale che posizionammo con la squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, circa 20 anni fa, nello studio dell’Avvocato Paolo Romeo, già parlamentare e già imputato e poi condannato per mafia, l’allora deputato e sottosegretario alla giustizia di Alleanza Nazionale del governo Berlusconi Giuseppe Valentino preparò e scrisse sotto suggerimenti e consigli di Paolo Romeo (come se fosse la lettera tra Totò e Peppino nello storico film) il discorso che per conto del governo avrebbe tenuto in quei giorni all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria”.
“L’Avvocato Romeo con assoluta confidenza rivolgendosi all’amico ‘Peppino’ condivideva con lui l’intervento da tenere sulla giustizia. Paolo Romeo, il cui profilo giudiziario è illuminante per comprenderne l’elevato spessore di influenza politica e istituzionale, è stato quindi in parte l’autore, apparentemente occulto, del discorso del governo sulla giustizia nella città in cui operano tra le principali e più pericolose ‘ndrine”, conclude l’ex magistrato e già sindaco di Napoli.