Ritroviamo coach Antonino Cugliandro con ancora negli occhi l’intensità e l’orgoglio di chi ha appena vissuto un’impresa sportiva che va oltre ogni previsione. Il secondo posto conquistato all’Eurocup a Yalova, in Turchia, è solo la punta di un iceberg chiamato Reggio Bic, una squadra che ha riscritto la storia del basket in carrozzina calabrese — e italiano.
“Penso che l’abbiamo dimostrato, sì, è la Reggio BIC più forte di sempre – afferma Cugliandro con la calma di chi è abituato a far parlare i risultati –. Sapevamo di avere un roster più competitivo rispetto al passato, ma la vera differenza l’abbiamo fatta sul campo, scrivendo pagine nuove della nostra storia. Oggi si parla finalmente anche di Reggio Calabria in Europa. E questa è, per me, la soddisfazione più grande.”
Una stagione da libro di storia
Semifinale Scudetto, Final Four di Coppa Italia, qualificazione alle Final Eight di Eurocup, e poi la grande cavalcata internazionale chiusa con un argento che vale oro: la stagione della Reggio Bic è un climax sportivo che ha emozionato l’intera città.
“Siamo una società giovane, e forse anche per questo viviamo ogni traguardo con un’intensità unica – racconta il coach –. Per noi ogni obiettivo raggiunto è una prima volta. E questa stagione ci ha regalato tre emozioni uniche. La più intensa? Sicuramente l’Eurocup. Abbiamo battuto anche l’Amivel, la squadra che poi ha vinto la coppa. Nella finale forse ci è mancata un po’ di energia, mentale e fisica. Loro avevano un roster più lungo, più esperto. Ma noi li avevamo battuti due giorni prima. Questo ci rende ancora più orgogliosi.”
Davide contro Golia
La Reggio Bic si è presentata in finale contro una corazzata come l’Amivel, squadra con 45 anni di storia, a fronte dei soli 9 anni di attività della compagine calabrese. “Era Davide contro Golia – sottolinea Cugliandro –. Ma nella fase di qualificazione hanno visto i sorci verdi. Questa è la più grande soddisfazione: portare Reggio Calabria, dopo tanto tempo, di nuovo in Europa e farlo con questa forza.”
Un simbolo del Sud che resiste
Ma il traguardo sportivo è solo una parte della storia. Il valore simbolico di ciò che la BIC rappresenta va oltre. “Siamo l’unica realtà di Serie A da Macerata in giù, copriamo mezza Italia. Questo dice tutto sulla difficoltà di emergere, soprattutto nel nostro mondo paralimpico. Le risorse sono poche, la mentalità spesso indietro. Ma noi abbiamo dimostrato che si può fare.”
E i risultati hanno attirato anche l’attenzione dei media nazionali: “Siamo finiti in TV, e non solo per i risultati. Perché rappresentiamo una realtà del Sud che ce l’ha fatta.
Questo amplifica tutto.”
Sguardo al futuro
Il viaggio della Reggio Bic non si ferma. Anzi, adesso inizia una fase ancora più delicata: programmare il futuro.
“Ad oggi non sappiamo ancora chi saranno i nostri partner, se ci saranno nuovi sostenitori o se potremo contare ancora su quelli attuali – ammette con sincerità Cugliandro –. Ma abbiamo voglia di ripartire. È vero, siamo stanchi, siamo tornati dalla Turchia solo poche ore fa, ma abbiamo dentro la carica per ricominciare.”
Il coach lancia anche un appello: “Non servono solo sponsor, servono persone. Persone che ci aiutino a 360 gradi, perché stiamo portando entusiasmo non solo a Reggio, ma anche alla Calabria e ad altre realtà vicine. Abbiamo ricevuto complimenti da colleghi di Sicilia e Puglia, che prima forse pensavano fossimo dei sognatori.”
Il sogno continua
“Ce l’abbiamo fatta, possiamo dirlo – conclude Cugliandro –. Ma ora dobbiamo lavorare per migliorarci ancora. Non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba, ma abbiamo sempre sognato in grande. E forse, questa, è stata la nostra forza.”
Una storia di sport, sacrificio e sogni realizzati.
La Reggio Bic è oggi una realtà che unisce, ispira e guarda al futuro con il sorriso di chi, contro ogni previsione, ha conquistato l’Europa.