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Bagni pubblici a Catanzaro, Giorgio Arcuri incalza il Comune: “Rimetta in funzione quelli già esistenti e lavori a realizzarne altri”

«Siano riattivati i bagni pubblici presenti nel capoluogo di regione». È l’invito rivolto all’amministrazione comunale dal capogruppo di “Riformisti Avanti” Giorgio Arcuri. L’inquilino dell’Aula rossa tramuta così in proposta concreta un’esigenza che sui Tre colli ravvisano in tanti. Catanzaro è oltretutto una città che da lunedì a venerdì pullula di pendolari. «Al netto degli studenti e dei lavoratori non sono poche le persone che – fa notare proprio Arcuri – in città arrivano per sbrigare faccende burocratiche e che spesso si scontrano con l’assenza di un servizio, la fruibilità dei bagni pubblici appunto, superabile soltanto grazie ai bar attivi in città». 

E sì, a Catanzaro la tazzina di caffè è l’unica chiave di accesso alla toilette anche per chi, pur residente nel capoluogo, si trova magari a trascorrere alcune ore in centro. Eppure, la città del vento non è sprovvista di tali servizi. «Bagni pubblici – ricorda Arcuri – esistono già alla fermata intermedia di Sala della funicolare o sotto al Fazzari e basterebbe riattivarli per accrescere la vivibilità di un capoluogo che può riacquistare punti nella classifica delle città più attrattive anche dando la giusta importanza alle cose piccole, ma indispensabili». Ed è per questo che il capogruppo di “Riformisti Avanti” incalza l’amministrazione comunale, targata Nicola Fiorita, non soltanto per quel che concerne la riattivazione dei bagni già presenti, ma anche rispetto all’installazione di nuove toilette pubbliche. 

Lo fa raccogliendo le tante istanze che sulla questione gli arrivano ogni giorno senza però trascurare la fattibilità della proposta. Da qui l’idea di «subordinare la fruizione del servizio al pagamento di un ticket, magari di 50 centesimi, che possa consentire al Comune di sostenere le spese di pulizia delle strutture». Arcuri non esclude neanche l’eventualità di «una gestione demandata alla Catanzaro Servizi» o l’idea di «lanciare una manifestazione di interesse probabilmente in grado di attrarre privati o cooperative». Intanto, getta la pietra nello stagno e lancia una sfida di civiltà per sanare una carenza che a Catanzaro c’è e non passa inosservata.    

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