Quella del 2022 è stata l’ottava edizione del Premio Ausonia. Una rassegna, sotto la direzione artistica di Antonio Maria D’Amico, divenuta punto di riferimento sociale e culturale dello Jonio cosentino, da qualche anno arricchita dall’istituzione del riconoscimento “Calici d’Ausonia”, con un sottotitolo abbastanza palese: ‘sorsi di cultura’ che, anno dopo anno, viene attribuito alle eccellenze del territorio che sono capaci di riassumere i valori di sostenibilità e tradizione in un’ottica proiettata al futuro e verso il rinnovamento. Fra le eccellenze calabresi in quest’anno solare che sta scorrendo inesorabilmente fra pandemia, conflitti bellici internazionali e crisi economica, si è contraddistinta ed è stata premiata anche l’azienda Feudo Liguori di Terravecchia. Il riconoscimento è stato consegnato, durante un’apposita cerimonia, presso l’Auditorium Amarelli, nella storica omonima antica fabbrica di liquirizia, situata nell’area urbana di Rossano, nel contesto territoriale del più ampio comune di Corigliano Rossano.
L’azienda Feudo Liguori è situata a Terravecchia, piccolo borgo del cosentino, dove da generazioni si coltiva l’ulivo e le vigne, in condizioni climatiche particolarmente vantaggiose grazie agli influssi benefici del sole e del mare.
In onore della propria terra, i proprietari della struttura hanno scelto come marchio aziendale il cavaliere vincitore del drago che, nella tradizione popolare è San Giorgio, da cui prende il nome la contrada in cui nasce l’azienda.
Sviluppata su un dolce pendio, raccoglie il microcosmo familiare della filiera produttiva in un’atmosfera quasi domestica che tiene conto della vivibilità di ogni settore di lavoro. La struttura è gestita da Saverio Liguori e dal papà Giuseppe. Una realtà che nel 2019 ha inserito nella catena di produzione e distribuzione il suo primo vino rosato, denominato “Terra rosa”. Il riconoscimento “Calici d’Ausonia” giunge con gioia all’interno dell’azienda. Un premio che arriva da una kermesse che Saverio Liguori apprezza nelle sue singole sfaccettature che, in questi anni, a partire dal 2015 sta dando lustro all’intera Calabria e allo Jonio in particolare. Una sorta di ricompensa, dunque, per il lavoro sistematico e certosino portato avanti dall’azienda terravecchiese e, indirettamente, donato all’intero territorio di appartenenza.